26.7.10

CHE COPPIA!!

Non lo abbiamo sottolineato abbastanza ma una primizia come quella che ha avuto il Mercuryus di veder gareggiare fianco a fianco mamma è figlio è qualcosa di straordinario ed anche insolito.
Ringraziamo Emma da Parè con il figlio Fabio De Pin per aver avuto il coraggio di mettersi in gioco partecipando ad una manifestazione come la Transcivetta di carattere molto impegnativo.
Per la serie insieme si può tutto!!!



Eccomi alla partenza della 30ª Transcivetta 2010 dopo tre mesi in cui grazie all’aiuto dei miei genitori, Emma e Daniele, mi sono preparato per questa gara che mi affascinò più di un anno fa. Mancano pochi istanti alla partenza e sono teso come una corda di violino mentre vengo assillato da una grande domanda: “Vincerò la sfida con la montagna o sarà lei a prevalere su di me nonostante tutte le fatiche e i sacrifici fatti per arrivare fino a qui?”. Mentre cerco di trovare una risposta a questo grande quesito sento il colpo che sigla l’inizio della gara e, dimenticandomi di questa domanda, mi concentro sull’obbiettivo che mi sono posto ,ovvero arrivare alla fine di questa gara senza badare molto al tempo impiegato.
Il percorso, che dalla partenza porta a Capanna Trieste, mi è sembrato lungo, oserei dire interminabile. Al contrario la strada che porta da Capanna Trieste al Vazzoler mi è parsa finire in un attimo tanto che mi sono stupito quando mi sono trovato davanti il cartello con la scritta “Ristoro rifugio Vazzoler a 100 mt.”. Lasciato alle spalle il Vazzoler, io e mia mamma, che mi sprona, osiamo fare una piccola corsetta proprio sulla strada che porta al Tissi, naturalmente nella parte in leggera discesa. Della strada e del sentiero che porta al Tissi ricordo particolarmente la parte in quella bellissima valletta in cui il sentiero, serpeggiando tra mughi e larici, porta su un prato. Proprio lì ho visto alle nostre spalle e stravaccate sull’erba delle spettatrici (una mandria di mucche)che, guardandoci con due occhioni languidi, sembravano dire: “È inutile che vi affanniate, i primi sono già arrivati e voi dovreste guardarvi più attorno e soprattutto ammirare il Civetta piuttosto che guardare ostinatamente il cronometro…”.
La parte in cui più ho sofferto è stata la ripida salita che porta al Tissi.Dal Tissi mi sono lanciato con mia madre giù per la discesa e poi su per la salita accompagnati dal rumore di una frana staccatasi dalla grande parete del Civetta. Superate le piccole gole, è cominciata la parte più bella di tutta la mi gara ovvero la tanto agognata discesa che ci ha portato dal Coldai fino all’arrivo. Ho tagliato il traguardo molto stanco ma felice sia perché incitato dai miei genitori e mio fratello sia perché finalmente era finita la mia gara con un tempo di 4h42’08”. Scrivendo queste parole mi accorgo che non riesco a descrivere tutte le emozioni ed impressioni che ho provato e avuto quel giorno ma nonostante ciò so di avere vissuto una bella esperienza…

by Fabio De Pin

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