17.7.12

GRAN TRAIL VALDIGNE 2012...


E’ stato un GRAN TRAIL VALDIGNE davvero molto impegnativo quello che i nostri atleti hanno affrontato sabato 14 luglio. Due le distanze:
-la 100km con il Pres e Lele+;
-la 57km con le terribili donne Ilary e Anto, Danilo, Oscar, Buosi, Maurjno, Zando, Bucci.
Tutte con dislivelli difficili, duri, ripidi. Il meteo poi ha reso più complicato il percorso con pioggia e freddo alla partenza di MORGEX e in cima alle vette di 2600mt, passato poi a sole caldo e limpido accompagnato da forti raffiche di vento soprattutto nella notte. Un bel mix che ha complicato tante cose ma che ha reso la corsa una vera impresa per tutti. Portare poi al traguardo ben 10 nostri atleti è stata una grande soddisfazione di squadra. E’ bello ottenere grandi prestazioni ma è anche bello vedere tanti nostri atleti voler affrontare e portare a termine sforzi di questo tipo: la tenacia non ci manca. Di loro possiamo dire:
-Danilo sempre al top si esalta quando le corse sono dure come questa;
-Buosi più che soddisfatto dopo una Cortina Trail a detta di lui un po’ sotto tono;
-Oscar ormai più che mai ben ambientato su queste distanze mantiene sempre alto il suo livello;

-Ilary e Anto grandiose per forza, resistenza e ritmo di gara;
-Maurjno e Zando la coppia di Cordignano a cui piace la VALLE D’AOSTA perché qui è davvero tutto nuovo e “difficile” come sarà la loro TRANS D’HAVET della prossima settimana;


-Bucci…è sempre ad altissimi livelli…e questa volta lo è stato anche nella corsa. E’ una delle soddisfazioni più grandi di questo trail…dopo due ritiri finalmente ha fatto sua questa gara senza timore, ragionando e divertendosi!! Grande Bucci;
-Pres…fa fatica soprattutto nella prima metà…poi trova il ritmo giusto e non molla fino alla fine dei 100km;
-Lele+ è stato forte, fortissimo! E’ riuscito nel suo obiettivo portarla a casa in vista di questo UTMB che ci vedrà impegnati a inizio settembre…e poi INDOOR tutta la vita;
Grazie a tutti quelli che ci hanno seguito e sostenuto da casa e lungo il percorso…immancabili e indispensabili come sempre!
LA FAMIGLIA FAVARO E ZANDO
IN NOSTRA COMPAGNIA ANCHE IVAN CAO...SUPER PRESTAZIONE LA SUA...
Ora largo ai racconti e alle foto…le classifiche e i dettagli tecnici li trovate al sito:http://www.grantrailvaldigne.it/

Ecco ora il coivolgente racconto di Ilary:
6° GRAN TRAIL VALDIGNE: L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE 
Morgex. Piazza Assunzione. Fontana adiacente al monumento dei Caduti.
Me ne sto con le gambe immerse fino al ginocchio nell'acqua freschina der fontanone, scarpe e calzini abbandonati vicino all'aiuola (i fiori son tutti appassiti, chissà come mai). Il sole mi scalda la schiena, ancora provata dal peso dello zaino (mi sono trascinata giacca e ricambi e pile frontali per 57 km!)...
Sorseggio una bella birretta dal mio gamellino... e scambio qualche battuta con la Anto (che è impegnata a mandare messaggi a tutto il mondo, per rassicurare amici e parenti sulle nostre condizioni... tecnologica la zia!). La birretta me l'hanno data, insieme al gilet di finisher, appena dopo aver passato il traguardo di questo 6° GTV. Il 4° per me e il 3° per la Anto.
Ogni tanto guardiamo quelli che arrivano al traguardo felici, sorridenti, oppure stanchi e sfiniti. Stiamo attendendo i nostri compagni di squadra: Danilo, Stefano Buosi e Oscar sono arrivati da mò... ma il Bucci, Quequo e il Zando devono ancora arrivare... li abbiamo ben scartavetrati stavolta! 
Così parata, ripenso a quanto è avvenuto nelle quasi 9 ore e mezza che sono appena trascorse, e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni... scriveva qualcuno... 
Siamo partiti da Morgex anche quest'anno, sotto una pioggia un pò fastidiosa. Le previsioni al briefing del venerdì non sono state incoraggianti: sono previste piogge/schiarite per tutto il giorno e poi anche di notte. Il tutto condito da forte vento in quota e basse temperature. Minchia... ma è possibile che ogni anno che dobbiamo fare il Fetita, debba esserci sempre in atto uno sconvolgimento climatico?
Il menù prevede scampagnata fino a Courma e poi sbattimento fino al Liconi e poi giù a Planaval e poi su de novo a quella fetente di Punta Fetita e poi giù a salutare gli amici di Charvaz, La Salle e di nuovo Morgex. Come 2 anni fà, ma senza il Pascal.
Il mio Mentore, nonchè Maestro de vida, MdV, Don Eugenaio Floreanimento, mi ha dato una missione da compiere: ovvero tirare il collo alla Anto per i primi 20 km e quindi, decido di partire in stile coppa Pordenone, a dusento all'ora.
Usciti da Morgex tra le urla della folla (eeeh!), ci avventuriamo come al solito verso la salita del Pascal... tanto che per un momento penso che anche quest'anno ci toccherà quell'inferno, invece poi ci fanno deviare a sx e tagliamo tutto il fianco della montagna con qualche bel saliscendi magna e bevi (= corribile)... la pioggia ogni tanto ci bagna, ma non è fastidiosa. La Anto di tutto questo se ne sbatte e procede del suo passo. Arriviamo a Dolonne dove ci attende un bel ristorone a base di mocetta (non era bresaola!) e grissini e il primo bicchiere di Cocacolone. Rutti e coglionamenti vari e su che andiamo a Courma dove rivedremo i genitori della Anto e Silvia. Così è... tifo da stadio che ci galvanizza e mi fa correre fino all'attacco della salita per Liconi. La Anto? Ha le doglie... perciò, procede con le mani sui fianchi. Vabbeh... comincia la via crucis, meglio mettersela via. All'inizio siamo sottobosco e si sta bene, la pioggia ha rinfrescato, siamo al riparo dal vento e dal sole che comincia a fare capolino... ma la pioggia??? Poi usciamo allo scoperto tra prati e qualche ruscello (che avranno messo notte tempo (!!) da queste parti... Quequo diceva che non ce n'era nemmeno uno... ma io ne ho contati 4... e si che sta discesa l'ha fatta anche lui l'anno scorso) e il vento comincia ad aggredirci. E' talmente forte che mi toglie il fiato e talmente freddo che mi obbliga ad indossare il Kway... de novo. Che palle.  Ogni tanto mi giro e controllo dov'è la Anto, ma ne ho perso le tracce. Poco male. Tanto mi recupererà appena la pendenza si inverte. Ad ogni svolta che facciamo, ho modo di vedere come e quanto si arrampica il sentiero e mi viene da bestemmiare a vedere la lunga serpentina di trailers che scala (è proprio il caso di dirlo) il colle. Ad un certo punto la pendenza si fa verticale... cazzo... come ho fatto a scendere di qui l'anno scorso? Mi sto arrampicando con mani e piedi e l'anno scorso l'ho fatta in discesa? Impossible! Mi obbligo ad ingollare un fruttino che possa darmi un pò di pauar-conforto per compiere l'ascesa, senza andare in riserva... litigo con la confezione che prima non si apre e poi mi resta appiccicata dappertutto e alla fine fagocito il succulento pezzo di gelatina intero. 
Quando la pendenza diventa più che verticale, e Dio può sentire meglio le mie lodi, perché sono più vicina al cielo, finalmente il colle finisce... sento urlare il mio numero di pettorale e mi ritrovo davanti a sua maestà il lago Liconi. Ho un momento di svarione, mi immagonisco davanti a tanta bellezza, ma poi penso che devo scendere sennò congelo e la Anto mi ribecca subito.
Così un passetto alla volta, recitando in testa il mantra del mio MdV, "no piedi a quaquaraquà", scendo verso valle e la Anto miracolosamente mi raggiunge solo alla fine della discesa. Per me un gran risultato, visto che di solito mi ribecca a metà, se non già all'inizio. Al ristoro ci rifocilliamo un pò e la nostra prossima tappa è Planaval. Memore del percorso di 2 anni fà, dico alla Anto che è tutta corribile, così riparto a razzo e mi godo i saliscendi dapprima al cospetto di un Monte Bianco completamente privo di nuvole, che si mostra in tutta la sua terribile bellezza e poi sottobosco. Evidentemente gli insegnamenti e pseudo allenamenti in discesa del MdV sono serviti, perché schizzo via e semino di nuovo la Anto fino a Planaval, km 30.
A questo punto, termina il mio compito per la giornata. Infatti da qui, dopo aver ingollato 2 belle tazzone di brodo (che scoreggierò fino alla cima di col Fetita), io e la zia proseguiamo insieme... ed è tutto un susseguirsi di ricordi: la grandinata di 2 anni fa lungo il torrente, il bivio dove Danilo sbagliò strada (neanche fatto in tempo a dire che quest'anno non si sarebbe perso, che TRAK, è riuscito a perdersi a 5 km dal traguardo), il bivacco di Tramails Ors con la stufa che ci salvò la vita, Cavallo (che quest'anno ha vinto di nuovo in 12 ore la gara lunga) che ci scartavetrò sul traverso che porta a Punta Fetita e poi la terribile Punta con le sue roccette esposte, che mi fa tanto cagare addosso. Il vento quest'anno mi fa venire i lacrimoni agli occhi e colare la pessa dal naso ed entrambi i liquidi poi vengono spazzati via. Bestemmio tanto, ma non si sente, perché le boranghe sono talmente forti da coprire tutto quanto (speremo che Quequo si sia messo qualche croda nello zaino, perché faccio fatica anche io a restare in equilibrio).
Per fortuna anche questa parte finisce e comincia la lunga discesa verso Morgex. 
A questo punto ho 2 alternative: perdere tempo camminando in discesa (come mia abitudine), oppure provare a tenere il passo della zia e giungere il più velocemente possibile a destinazione. Opto per la seconda alternativa. Mi incollo alle chiappe della zia e cerco di tenerle testa in discesa come posso... ogni tanto le bestemmio, perché va troppo a manetta, ma lei sa che sono handy in discesa e quindi porta pazienza ed è così che giungiamo incredibilmente presto e bene in quel di Charvaz, dove ci buttiamo tutte contente con la testa sotto il fontanone e mangiamo della deliziosa focaccia. Un nonno mi offre anche una birretta, ma devo rimandare perché la discesa è ancora lunghina. Ne scartavetriamo veramente tanti scendendo verso La Salle e io sono contentissima, perché mi sto impegnando e sto anche mettendo in pratica tutto quello che la Anto e MdV mi hanno più o meno pazientemente insegnato in questi mesi. 
Giunte a La Salle veniamo accolte da un sacco di gente che lungo la strada ci acclama, incontriamo perfino Enzo Paoli (? Ma non era Gino??? mi fa notare l'esperta di musica)... tempo di dare l'estrema unzione ancora a qualcheduno lungo i pochi km che ci separano da Morgex, do la manina alla zia ed ecco la voce dello speaker che ci accoglie al traguardo. Finisher in 9 ore e 18 minuti. Medaglia-Medaglia-Medaglia! Valdigne tutta la vita! 
Ecco alcuni panorami della VALDIGNE...da punta FETITA...

IL LAGO LICONY

IN DISCESA DAL RIFUGIO DEFFEYES



DA COURMAYEUR...IL MONTE BIANCO...

La Dottoressa Silvia davvero unica per l'assistenza e la motivazione che ha trasmesso ci ha scritto:


.. Rallentare il passo, non correre per qualche mese, mi ha portato a vivere il mondo della corsa dall'altra parte della barricata, indossando sì le mie scarpe da corsa, ma solo per fare assistenza a chi stava correndo le gare.. a cui.. ahimè ero iscritta pure io. 

Se da un lato questa cosa mi ha reso a tratti malinconica, e ancora oggi vivo giornate davvero grigie,  dall'altro mi ha dato la possibilità di condividere, gioie, fatiche, emozioni di chi,  correndo,  in quel momento, aveva bisogno di me.

Questo STOP mi ha portato a vivere diversi ultra da spettatrice, il GTV è solo l'ultimo, ma l'ho vissuto con persone davvero uniche, speciali, ognuno con la sua storia così diversa, che si è portato appresso nello zaino,  motivazioni differenti per cui affrontare un ultra così difficile e un'unica  grande passione che le accomuna tutte. Ho sentito ieri diversi amici Arancini e non, ringraziarmi per l'"assistenza" lungo il percorso, ma penso  di essere io a dovervi ringraziare, per aver vissuto con voi le vostre emozioni, le vostre paure, prima e durante la gara, la paura di non farcela, la fatica, il sudore; per aver letto nei vostri occhi, la gioia di esserci, di avere un chip al polso (beissimo), di incontrare un volto amico  a metà gara, la gioia di tagliare il traguardo. Ho condiviso la vostra grinta, la forza di volontà con cui affrontavate quelle salite interminabili, ormai stanchi... e poi ... alla fine, i sorrisi, le lacrime di qualcuno, la gioia e soddisfazione di altri per aver raggiunto quest'obiettivo che vi fa credere di più in voi stessi, vi sa superare i vostri limiti, gli ostacoli, nella corsa, così come nella vita.
Penso sia questo il motivo per cui amo così tanto le corse in ambiente e le lunghe distanze, questa è la risposta a chi sabato mattina, incredulo, vi guardava come se foste degli alieni e chiedeva a me chi ve lo fa fare.
Gli ultra per me sono dei viaggi introspettivi, che ti donano molto più di una prestazione, di un tempo, un risultato... l'unico risultato per me importante è esserci, partire, vivere questi lunghi viaggi e tagliare il traguardo, con uno sguardo al cielo, ringraziando per esserci, per essere arrivata, solo con le mie forze, al traguardo... nella corsa come nella vita.
Grazie a tutti, per ciò che mi avete donato in questi giorni a Courmayeur... 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

M I T I C H E !

Danilo ha detto...

Silvia, un racconto che non adrebbe commentato per non correre il rischio di contaminarlo.
Va ascoltato cosi per i valori assoluti che per me hai espresso, ma una cosa lasciamela dire: " che brividi".
Ciao, Danilo.

DezZa ha detto...

Concordo con Danilo...che brividi Silvia...

Ciao, Andrea

--> le zie sono sempre GRANDIOSE!!