10.7.12

Brixen Marathon 30/06/12 by Fabio MARCON

FOTO DI REPERTORIO

Dopo più di 36 anni, ritorno nella citta che mi ha visto nascere per correre una delle maratone più incredibili che abbia mai corso.
Alle 7 del mattino insieme ad altri 600 atleti sono nella Piazza del Duomo di Bressanone(Bz) una splendida cittadina dell'alto adige, stiamo per schierarci alla partenza della Brixen Marathon,
una maratona alpina in ambiente naturale che partendo dal centro citta a 560mt sul livello del mare ci porterà dopo i canonici 42,195 mt a tagliare il traguardo al rifugio Plose a 2450 mt di quota sulla montagna che sovrasta il la città.
Non so bene cosa aspettarmi, arrivo qui dopo due settimane di fastidi al ginocchio, allenamenti e gare saltate proprio a causa del ginocchio, e una grave carenza di lunghissimi che peserà non poco nel finale.
Ma mi ero promesso che l'avrei corsa in qualunque caso e mantengo sempre le mie promesse. Alla partenza la temperatura ci fà capire che non sarà una corsa facile, Caronte tiene fede alle promesse e il caldo si inizia già a percepire.
Alle alle 7:30 si parte, la parte è un anello su asfalto che ci porta
all'esterno del paese fino ad affrontare la prima delle molte salite che ci aspettano lungo il percorso.
Le cose non vanno come avrei voluto, sono teso e contratto, corro con l'impressione di avere una bomba innescata nel ginocchio con il timer puntato a caso, ignorando qualunque segnale arrivi dalle gambe, continuo al ritmo che ho memorizzato durante le settimane di preparazione a questa corsa. Cerco di mantenere una corsa prudente, non conoscendo il tracciato temo di bruciarmi prima del tempo.
Viaggio tranquillo fino al primo cambio delle staffette, qui il folto
pubblico che incita alla grande mi fa scattare qualcosa, inizio a rilassarmi e nonostante i faticosi tratti di salita la mia andatura si alleggerisce,e in breve tempo mi ritrovo alla stazione di valle della cabinovia sede del terzo cambio delle staffette al 19° km. So che la parte dura della corsa inizia da quì, faccio un piccolo esame mentre cammino un pò al ristoro, non sono al 100%, viaggiando di conserva il ginocchio continua a dare segnali strani.
Riparto fregandomene, affronto le successive salite cercando di alzare il ritmo, e arrivo sempre più incavolato intorno al 28 km a quota 1980 allo Shatzerhutte, mi fermo al ristoro e riempiendomi gli occhi di un meraviglioso panorama decido di rischiare il tutto per tutto.O il ginocchio tiene e passa, o si spacca definitivamente e ci metto una pietra sopra e sarà per il prossimo anno,riparto con tutta la determinazione che riesco a trovare e sfruttando la breve parte in discesa mi lancio verso l'ultima stazione di cambio staffette a Valcroce al 33° km, sono stanco e il ginocchio si fà sentire molto più di prima, è il momento dei dubbi, forse ho azzardato troppo e ora la pagherò? in testa inizia a martellarmi il pensiero di arrivare al ristoro e ritirarmi. Ma prima che il dubbio penetri a fondo sento gli incitamenti del pubblico e lo speaker che mi avvisa che sono il 7° della mia categoria, a questo punto spengo il cervello completamente, bevo e mangio qualcosa e mi lancio nel tratto che credevo il più difficile della corsa, tra single track e strade di montagna arrivo al 38° km, qui il calore della gente di montagna si fa sentire e contribuisce a tenere alto il morale nonostante la fatica, e la ragazza al ristoro mi avvisa che da lì inizia la ultima, terribile salita, affronto deciso il primo stacco di sentiero in salita sull'erba, appena in cima vedo davanti a me uno scenario completamente diverso, sembra di essere sulla luna, e di fronte a me si staglia la forcella Plose, vedo un po' di persone che mi precedono che si arrampicano sul sentiero esposto, ho le avvisaglie dei crampi e sono abbastanza cotto ma proseguo, e piano piano arrivo in cima e vedo il breve tratto in discesa che mi porterà all'ultima salita verso la vetta del monte telegrafo, scendo e inizio l'ultima scalata, non ne posso più, ogni passo sento i muscoli che si contraggono mi sembra di salire su un muro e penso solo a non arrendermi.
Le persone sulle cima mi incitano a salire chiamandomi per nome, non posso arrendermi ora. Resisto e finalmente dopo quasi 20 minuti completo il 42°km, scollino e cerco di lanciarmi nella breve discesa che porta al rifugio e quindi al traguardo, e qui la carenza di lunghi sferra il suo attacco decisivo.
Un crampo improvviso mi azzanna la coscia destra, a meno di 300 mt dal traguardo mi ritrovo inchiodato. Per fortuna non dura molto e con molta cautela corricchio l'ultimo tratto e finalmente dopo 5h 07' 07" taglio il traguardo. Chiuderò con un onorevole 7° posto di categoria e un 64° in classifica generale, un risultato decisamente ottimo per me.Questa è una corsa incredibile, meravigliosa, quello che ho scritto non rende minimamente l'idea dell'esperienza vissuta, mai visto niente di simile è come i canti della divina commedia, parti dal paradiso della città, attraversi un purgatorio di salite, arrivi all'inferno degli ultimi muri da scalare e finalmente ritorni alla vita in un paradiso di montagne.Non vedo l'ora di correrla l'anno prossimo.
Le info sulla corsa le trovate quì:
Ciao
Fabio

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