26.10.11

VENICEMARATHON 2011 (RACCONTO)

BY MICHELE DAVANZO
Mi sono preparato per Venezia insieme ad Andrea, un amico che 15 anni fa si era trasferito negli Stati Uniti e a luglio è tornato a vivere qua; sotto il caldo del sole estivo, in spiaggia, mi ha confidato di voler correre una maratona (la maratona), a New York, quest’anno… Lui ha un personal trainer che lo ha instradato fin da gennaio. Abbiamo cominciato a correre insieme per i suoi lunghi domenicali e io rivestivo per lui la figura di un veterano, abbiamo fatto anche un bel po’ di uscite prima del lavoro (è dura partire al mattino alle 5.30!). Francamente il mio pensiero era sempre per lui: la sua voglia di farcela e la sua paura di non essere pronto; per me preparare la Venicemarathon era un bel passatempo, senza velleità! Di solito corro con Gianluca, che regolarmente da sei mesi a questa parte mi lascia indietro di minuti e minuti… e così tra una presa in giro e uno stimolo siamo arrivati alle ultime settimane. Purtroppo Gianluca ha avuto un problema muscolare a 10 giorni dalla corsa, tanto da mettere a rischio anche la presenza: un motivo in più per farmi la mia corsa senza pretese e senza pensieri…All’ultimo siamo partiti tutti e due, ma io avevo già deciso di non portarmi nemmeno l’orologio: volevo proprio godermi il percorso, il pubblico, i maratoneti e non pensare al passo. Alla partenza faceva un freddo boia, non so se era soggettivo ma battevo proprio i denti, non vedevo l’ora di sentire lo sparo per cominciare a muovermi. Siamo partiti e non avevo idea di come stavo andando, sentivo una gran voglia di spingere e andavo; come sempre i primi km passano da soli, sembra quasi di non accorgersi che si arriva al primo ristoro, poi il decimo km, e non fai in tempo a girarti che passano uno dopo l’altro scanditi da un tintinnio simpatico e un po ridicolo di orologi che segnano distanze. Ho perso Gianluca al 15 km, non riusciva proprio a spingere e temeva di non arrivare, mi sono chiesto “chissà come sto andando” alla mezza, ma quest’anno non c’era nemmeno il cronometro ufficiale… tempo di crisi….. Un ligure vicino a me mi ha detto che eravamo a 1.55… Buono…se riesco a non calare più di tanto, contando il tempo che si perde sui ponti vari, dovrei farcela in 4.10! Chissà… Ho iniziato a soffrire il freddo sul ponte della libertà: quel ponte non finisce mai e quest’anno credo lo abbiamo allungato, soffiava un vento contrario gelido, comunque in un modo o nell’altro sono entrato in città. Non avevo idea del tempo ma, vista la condizione, addio 4.10…. Eppure se non ero esposto al vento stavo bene, e sulle zattere avevo ancora voglia di spingere, e in Piazza San Marco meraviglioso, tanto che quasi stavo per stra-fare finchè un quadricipite mi ha ricordato chi sono. Con la curiosità vera ho fatto l’ultimo ponte cercando con gli occhi la tabella del tempo: pensavo di non vederci bene quando ho visto che segnava ancora 3.57!!! Incredibile, stavo per fare il mio personale. Ho chiuso a 3.58.19 ( real time 3.55) urlando di gioia “ho fatto il personale”. E quindi darò ad Andrea, in partenza per New York il mio consiglio: goditi la corsa e lascia in albergo l’orologio!

Grazie Mercuryus

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