22.7.08

RACCONTI DELLA TRANSCIVETTA 2008

Da oggi pubblicheremo tutti i racconti dell'esperienza della 28^ edizione della Transcivetta:
============================
BY ILARIA ULIAN

Mentre preparavo il borsone giovedì sera, ero piena di dubbi e della solita preoccupazione che sempre mi accompagna prima di una gara che sento importante per me.
Pensavo alle previsioni del tempo, non entusiastiche, alla difficoltà del percorso se avete presente la discesa dal Tissi, a quanto poco sono portata a correre di mattina e in discesa.
E poi le parole di Luciano... "ti sei allenata poco rispetto all'anno scorso e anche Matteo... ma non avrete problemi". Solo che Luciano è sempre troppo ottimista per i miei gusti. Matteo sarà il mio compagno d'avventura per quest'anno.
Sono molto contenta di avere la possibilità di correre con lui, perché è fulminato come me e ci divertiremo di sicuro. Inoltre ha dimostrato più volte di sapere il fatto suo nella corsa e so che con i suoi 22 anni non avrà certo problemi a portare a casa questa esperienza.
Solo che ultimamente anche Matteo ha corso poco e ha fatto tanta festa... inoltre ha un fastidio al ginocchio che lo prende in discesa, che sembra passato... ma chi lo sa? Quindi mi chiedo se ce la faremo e come ne usciremo. Poi arriva venerdì e tra la frenesia della giornata lavorativa e gli ultimi preparativi, partiamo. Ad Alleghe è fresco e umido, chissà cosa ci riserva il meteo per questo week end.
Arrivano il Baffo e Nunzia ed è sempre bello rivederli e sentire le incredibili storie di Stefano che riesce a fare cose strepitose nella corsa e non solo, che io che ho 20 anni di meno mi posso soltanto sognare, ma che è sempre insoddisfatto... ogni volta dice che è l'ultima volta che corre, ma chi lo conosce, non ci crede più e non può far altro che prenderlo in giro.
Siamo tutti sfiniti e ce ne andiamo a dormire tra battute, risate e quant'altro. Siamo di nuovo in camera in 4: io, Luciano, Valeria e Matteo: spettacolo! Anche se manca il 5° cavaliere dell'apocalisse, Danilo De Conti, il ns. casco d'oro, l'uomo che sfida la montagna e vince sempre.
Sabato mattina mi sveglio con la gamba sinistra tutta "infastidiata", cerco di pensare che è solo il massaggio del Chiappi che giovedì mi ha demolito quadricipiti e polpacci "massaggiandomi" per mezz'ora. Ma non c'è tempo di pensare a questi problemi e per andare in paranoia... ci sono troppe cose da fare, da vedere e troppi amici con cui stare.
Prendiamo l'ovovia e ci ritroviamo ai Piani di Pezzè dove tutto è allestito e quasi pronto per la corsa di domani: ho ancora negli occhi le immagini dell'arrivo trionfale dell'anno scorso con Luciano, Valeria e Mauro. Quanta emozione. Chissà come andrà stavolta. Anche il Baffo è preoccupato: dice che non crede di riuscire a far stare lui e Luciano sotto le 3 ore e 30'!!!
Io non ci penso nemmeno al tempo da battere: voglio solo portare la pellaccia sana e salva a casa... mi viene in mente Vanio tutto triste con la caviglia gonfia l'anno scorso o il racconto dello "spetenà" che si è fatto la 6 rifugi con una caviglia come un pallone trascinandosi per non so quanti km. Io non ne sarei capace, sono una che si scoraggia in fretta.
Ma poi scaccio il pensiero e mi dico che non posso rovinarmi la giornata con queste paranoie e allora cerco di distrarmi concentrandomi sullo shopping(!) e sulle belle persone che mi circondano: arrivano Roberto e Manuela e poi Marika, Alenia e Andrea e naturalmente, Fabio, la Nico e Daniele e siamo davvero una bellissima e allegra compagnia alla sera alla Baita Scoiattolo a rimpinzarci delle specialità locali e il pensiero della gara di domani non mi sfiora nemmeno.
Peccato per i fuochi dal Tissi che purtroppo non si vedono perché c'è un nuvolone che copre la vetta della montagna. Ce ne torniamo ad Alleghe e ci salutiamo.
Io e Matteo facciamo 2 volte il giro del paese per smaltire la cena, ma so che domani spenderò tutto quello che ho fagocitato stasera. Ultimi preparativi, attacco il pettorale alla canotta e poi si chiudono le luci.
Ci siamo! Alle 6.15 Galeazzi con la telecronaca della vittoria olimpica di Antonio Rossi ci da la sveglia dal cellulare di Matteo. Solite imprecazioni e battute di rito e turni in bagno (causa agitazione pre-gara) e dopo un'abbondante colazione, andiamo in piazza a prendere il pullman... vediamo i Moretton. Spero proprio che vincano quest'anno. Per me sono eccezzionali e poi sono fratelli... io invece quest'anno non correrò con mia sorella e un pò mi dispiace. La Transcivetta con questa particolare formula a coppie, crea situazioni e emozioni indescrivibili, come quest'anno: io correrò con Matteo e Valeria con Danilo, che è lo zio di Matteo e si è creata questa divertente competizione tra noi 4 e chissà come finisce.
Arriviamo a Listolade e il cielo è imbronciato. Non guardo in sù perché la cima delle montagne è coperta di nuvole: mamma mia. Sono abbastanza rilassata: si ride e si scherza con gli altri, ci si prepara. Anche se non c'è il sole, non fa freddo come l'anno scorso ed è una buona cosa perché ho solo una canotta e dei pantaloncini corti, mentre Danilo e Valeria hanno tanto di zaino con k-way e un sacco di altre comodità a cui io e Matteo non abbiamo nemmeno pensato.
E si parte! No scherzi... più di 600 coppie lungo il serpentone di cemento che si snoda tra Listolade e Capanna TS. Luciano e il Baffo se ne vanno presto e diventano una macchia arancione lontana, ma va bene così. Loro se lo possono permettere.
L'unica mia preoccupazione ora è stare dietro a Danilo e la Valeria e cercare di non andare in affanno con il respiro. Matteo trotterella tranquillo davanti a me. Il sole fa capolino ogni tanto, ma meglio così perché sarebbe una difficoltà in più. Si corricchia e si cammina a buon ritmo in salita. I miei muscoli si staranno sicuramente chiedendo che cavolo gli faccio fare di mattina presto, ma non sembrano particolarmente contrariati al momento.
Perdiamo Danilo e Valeria alla Capanna TS, ma vediamo Fabio e Daniele lì davanti che avanzano in scioltezza con le loro bacchette. Presi loro... vediamo Adelchi e Roberto e li raggiungiamo e improvvisamente e senza mollare siamo al Vazzoler. Ripartiamo in 4 e
inizia il sottobosco che ti invita a corricchiare e presto anche questo lascia il passo allo sterrato a tornanti. Qualcuno mi chiede se molla sta salita... sorrido e scuoto la testa. Sotto il sole ho tutti i rivoli di sudore che scendono per il corpo... sono già stonfa e penso che se arrivo su al Tissi in queste condizioni, mi prendo la morte e mi tocca saltare il concerto dei Metallica di martedì... poi mi dico che se sto facendo la Transcivetta, posso benissimo prendermi la tachipirina e farmi il concerto dei Metallica con la febbre e anche con la peste bubbonica! Matteo mi chiede come va, se sono stanca e se deve rallentare... a volte tenta di uccidermi con qualche esalazione dovuta senz'altro all'emozione della gara! Ma io non rallento e non sono neanche particolarmente finita, riesco a stare dietro al grande Adelchi in salita!! Incredibile...
Intorno a me, tante schiene e scarpe e calzini di ogni colore e un sacco di gente che si ferma colta dai crampi. Arriviamo al grande prato verde... dove però le speranze si spengono quando vedi l'attacco della salita al Tissi. Però c'è coda, quindi il ritmo cala ed è un bene perché almeno riprendi un pò di fiato.
E su e su e senza mollare e gli ultimi metri sono davvero duri perché ti devi arrampicare e tanta gente si ferma ostruendo il passaggio, ma alla fine vediamo quel benedetto rifugio e so che una parte del peggio è andata. Un pezzetto di banana e qualche cubetto di cioccolato e un bel bicchiere di te caldo. Fortuna che non fa freddo... sono in un lago di sudore...
Non c'è tempo per molto altro. Roberto e Adelchi sono andati. Matteo con quelle gambe kilometriche è già a metà discesa: non ha paura di nulla! Mi urla di buttarmi e non avere timore... Io invece vengo giù con il freno a mano tirato e le gambe che tremano per lo sforzo e la tensione (penso a New York e mi dico che se mi spacco una gamba, non potrò mai andarci)... so che finisce sto schifo di tratto, quello che mi spaventa di più e resto calma. Faccio passare altri folli a cui magari ho dato merda in salita e ora mi presentano il conto in discesa e finalmente sono giù.
Faccio per correre perché c'è una bella parte in falso piano, quando sento che il polpaccio destro vuole crampare... rallento bruscamente. Impossibile... come la nota pubblicità del dentifricio, io posso dire "mai avuto crampi in vita mia" e invece, appena tento di allungare un pò in piano, il maledetto cerca di mordere. Matteo si accorge del problema e mi chiede se voglio fermarmi, ma non va ancora così male... anche se mi pare di vedermi già a farmi massaggiare la gamba dal poveretto come tanti sul percorso hanno dovuto fare con i loro compagni.
Attacchiamo la salita alla forcella Col Negro e la scena è emozionante: c'è un sacco di gente abbarbicata lassù che aspetta noi e ci sostiene con incitamenti e urla... forse c'è anche mia mamma lì e allora vado come in trance con questo nuovo obiettivo. Da bravo compagno Matteo si gira a guardare se sono tutta intera o se presento smorfie facciali premortem... ma ne ho ancora e in cima alla forcella la gente ci guarda tra l'ammirato e il perplesso: alcune facce sembrano voler dire "sei una grande", altre invece "non era meglio se rimanevi a dormire stamattina?". Io frugo con gli occhi in cerca di mia mamma... sarebbe la prima volta che mi vede in azione e mi piacerebbe poterle dimostrare che tutte le volte che mi ha portata a spasso per i monti, mi sono servite oggi. Non la vedo e passiamo oltre... spero mi aspetti al lago e allora cerco di raggiungerlo più in fretta che posso sempre con questi crampi latenti e il terrore che mi prendano in discesa.
Al lago arriviamo prima di quanto mi aspettassi, ma della Giovi (mia madre appunto) nessuna traccia. Facciamo l'ultima salita prima di scorgere il rifugio Coldai e ci fermiamo per la foto. Una veloce battuta con il fotografo e nemmeno il tempo di iniziare la discesa che mi si para davanti questa volpe dei monti! Resto incredula perché ha mantenuto la sua promessa e si è presentata all'appuntamento. La bacio e lei un pò sorpresa mi chiede dove sia Valeria. Le dico che l'abbiamo persa quasi subito ma che dovrebbe essere in arrivo. Mi dispiace doverla salutare, ma il traguardo chiama. Io e Matteo ci buttiamo giù per quella che è l'ultima discesa dal Coldai ai Piani di Pezzè che dura una vita. Ancora qualche tornante su un bel prato erboso e voliamo verso l'ultima foto che, come promesso, il pazzo di Matteo fa a braghe calate! Il sole spunta e spunta anche la ns. fotografa ufficiale: la Nico!
Imbocchiamo la pista da sci che ci porterà ai piani con il sorriso stampato in faccia, baciati dal sole. In lontananza scorgo altri 2 fans d'eccezione: mio papà e Miki (il mio bassotto) e allora non capisco più nulla! Corro e vado a baciare anche loro. Mi permetto di guardare il tempo sul cronometro: 3h43'... incredibile. Come ho fatto? E non sono nemmeno da buttare: le gambe mi reggono e ho ancora voglia di andare e dare battaglia alla salita e alla discesa.
Con Matteo però abbiamo deciso che non taglieremo il traguardo senza i ns. avversari per eccellenza. Quindi ci sdraiamo sul prato a 400 metri dal traguardo e aspettiamo.
Arrivano Fabio e Daniele e li applaudiamo... Daniele è stato bravissimo a fare una cosa del genere considerata la sua inesperienza.
Gli altri ancora non si vedono e cominciamo a preoccuparci. Così ripercorriamo 1 km a ritroso, con tutti gli altri finisher che ci guardano allibiti perché abbiamo ancora voglia di fare salita. E finalmente da una maledetta curva escono Valeria e casco d'oro! Li accogliamo festanti. L'emozione è veramente grande. Non abbiamo corso assieme, ma sono sempre stati nei ns. pensieri. Anche la Vale è stata martoriata dai crampi, ma non c'è tempo da perdere: adesso siamo tutti qui e possiamo lanciarci in picchiata al traguardo e completare la ns. impresa.
La 28a edizione della Transcivetta resterà per sempre uno degli eventi più belli ed emozionanti della mia esistenza.

Nessun commento: