26.6.08

LAVAREDO ULTRATRAIL "IL RACCONTO"

LAVAREDO ULTRATRAIL
Domenica 22 giugno 2008 BY FRANZISKUS



Si parte sabato sera in camper.
Appuntamento alle 20.00 al casello di Vittorio Veneto sud con Mauro Benotto.
Naturalmente arrivo alle 20.25 per non smentire la mia fama di persona “puntuale”, ma per fortuna Mauro è in compagnia della sua splendida famiglia e l’attesa per lui è meno pesante.
Il viaggio, tra una ciacola e l’altra si svolge senza intoppi di traffico, cullati dalle dolomiti cadorine baciate dal tramonto ( e per noi che amiamo la montagna è sempre uno spettacolo pazzesco! ). Nel tragitto da Auronzo a Palus San Marco, luogo di partenza e arrivo della LUT ( lavaredo ultra trail ) troviamo in mezzo alla strada una fantastica femmina… di capriolo. Lasciamo che si sposti tranquillamente e percorriamo l’ultimo tratto con negli occhi un’altra immagine che questa avventura ci regalerà.
Arriviamo alle 22.00, giusto in tempo per ritirare pettorale e pacco gara. Poi parcheggiamo il camper vicino ai molti altri che ci hanno preceduto. La serata è tiepida. Ci sono diversi runners che chiacchierano allegramente nel cortile antistante la villa Gregoriana: si sta bene all’aria aperta a respirare il “bosco” sotto le stelle. Poi a nanna: domani sarà dura.

Sveglia alle 6.15. Il sole filtra tra gli alberi ed entra in mansarda. Le montagne attorno sono stupende: il Sorapis ci saluta circondato da un cielo terso di colore blu intenso. La giornata è magnifica e fa già caldo.

Metto l’acqua sul fornello per la mia dose di carboidrati mentre Mauro, che praticamente non fa colazione, entra in clima trail posizionando il pettorale sulla canotta del Mercuryus. Provo ad insistere, ma non ne vuole sapere di mangiare. Alla fine cede ad un cucchiaino di miele.
Io invece, senza ritegno, attacco il mio piatto di pasta all’olio d’oliva e “spazzolo” marmellata, yogurt e cereali. So che durante il trail farò fatica ad alimentarmi, quindi…

Alle 7.30 ci portiamo sul grande prato della villa dove è posta la partenza e ci apprestiamo alle operazioni di punzonatura. Ci siamo tutti. Il clima è di festa. C’è gente allegra, si chiacchiera, si ride, c’è chi si “stretcha” e ci sono i rituali delle foto ai quali non ci sottraiamo neanche Mauro ed io.
CHE SPETTACOLO!!!

In questi momenti mi sento benissimo, con una particolare energia dentro e capisco che sono fortunato perché potrò correre, camminare, faticare e quindi sentirmi vivo come non mai.
Manca poco. Scambio un “in bocca al lupo” e “buon divertimento” con Mauro perché faremo due gare con ritmi diversi, dato che lui è un top runners del mercuryus.
Alle 8.00 lo start, pigio il pulsante di avvio del mio computerino da polso e controllo che tutti i dati arrivino sul display: mi sentirò vivo come non mai, ma è confortante saperlo anche dal cardiofrequenzimetro, soprattutto nei momenti di grande fatica.

La salita a casera Maraia è tutta prato e bosco, non particolarmente impegnativa e piacevole. Si sale di quota e il panorama comincia a farsi grandioso. Al rifugio Città di Carpi siamo a 2100 mt e la vista a 360° è strepitosa nonostante qualche nube.
I 1000 mt di dislivello non si sentono sulle gambe, ma adesso ci sono 8 km di discesa su strada carrozzabile lungo la val d’Onge.
Provo a correre nella speranza che il collaterale del ginocchio sinistro non si faccia sentire. Così è e in 40’ mi ritrovo in val Marzon. Siamo nuovamente a poco più di 1100mt, quasi la sessa quota della partenza. Mi prendo un pezzo di barretta energetica e dopo poche centinaia di metri inizia la val di Cengia. Se ne sono andati 17 km.
Nel sottobosco si svolge la prima parte della salita in val di Cengia: la salita è impegnativa e i torrenti che scendono dall’alto si rivelano ristoratori e rinfrescanti. Nonostante mi possa dissetare con regolarità, la fatica aumenta progressivamente e non riesco a tenere un buon ritmo come nella prima salita. Salendo di quota la vegetazione folta lascia posto ai mughi e il sole comincia a “spingere” parecchio. L’effetto caldo è ancora più intenso sui ghiaioni che di tanto in tanto tagliano la montagna. Il guado di una cascata si trasforma in un punto ristoro per una 30 di runners e non posso rinunciare a dissetarmi nuovamente con quell’acqua fredda e … buonissima ( sembro Rainold Messner: altissima, purissima, freschissima, utilissima!!!). Si riparte, ancora fatica ma ormai i piani di Cengia sono li sopra: 2250 mt ( 1060 d+ ) e non è finita perché manca ancora la salita alla forcella Lavaredo. All’inizio dello stradino che sale in forcella mangio un po’ di neve e scambio due parole con gli addetti del soccorso alpino. Li ringrazio di essere li perché rendono un grande servizio a tutti quelli che vanno per montagne: grazie angeli discreti.

22 km. 2454mt. Forcella Lavaredo, punto più alto del trail.

Dopo una breve pausa e essermi regalato un 360° da favola, realizzo che mancano ancora 31km, ma scaccio via subito i cattivi pensieri e inizio la discesa della val de l’Arghena fino alla forcella di Mezzo, dall’altra parte delle tre Cime.
Dopo il paesaggio lunare della val d’Arghena si ritorna in mezzo al verde dei mughi nella discesa verso Misurina con qualche tratto un po’ esposto su roccette, dove a dire il vero mi diverto parecchio. Ma il divertimento lascia posto alla fatica e ad un evidente calo fisico all’altezza della Malga Rin Bianco. Qualche anima buona ha preparato dei bicchieri di plastica vicino alla fontana della malga e trangugio diversi decilitri d’acqua fresca.

Anche se ora ci sono 6 km di discesa non riesco proprio a correre e opto per passo deciso con la tecnica del nordic walking. Sono stanco e i 6 km sono lunghi. Vedo il lago li sotto. E’ vicino. Ci sono quasi quando nei pressi di una baita all’improvviso appare davanti a me Mauro. Mi comunica che ha deciso di fermarsi e che si sta riprendendo con un pasto ristoratore insieme a sua moglie e al piccolo erede Benotto.
In questo momento lo spirito di emulazione è fortissimo e vorrei ritirarmi, ma sono qui per una 53 km e intendo finirla. Mauro mi offre una banana ed è il momento più bello del trail, almeno dal punto di vista fisiologico. Non so che banana fosse, ma mi da nuova energie e percorro il lungo lago camminando forte e risparmiando un po’ di energie per la val Popena.

Mancano meno 17 km quando abbandono il lago di Misurina e la.. civiltà turistica. La salità per la forcella delle Pale di Misurina si rivela terribile. Il dislivello non è molto, mo il caldo ora è veramente intenso. Il ritmo è calato tantissimo. Il gps mi rivela che salgo a meno di 2 km/h, ma più di così non riesco proprio a spingere. Incontro diversi runners seduti ai bordi del sentiero e nessuno mi passa: è dura per tutti in questo momento. Continuo col mio passo lento. Non mi posso fermare: potrei non ripartire più. Penso che quando sarò sul prato della villa Gregoriana, seduto fuori dal camper sulla sedia da campeggio, con i piedi in ammollo in una bacinella di acqua fredda e con in mano la bottiglia fredda di succo di frutta alla pera, sarò l’uomo più felice del pianeta.
Con questa immagine nella mente salgo, salgo, cammino, non mi fermo, salgo ancora e arrivo in forcella.
Pausa. Siamo una decina di eroi che si sta riprendendo dalla fatica. Ultimo sforzo: la Val Popena e poi in salita verso l’omonima forcella. La visione dei ruderi del Rifugio Popena contrasta con la bellezza del panorama che si gode a 2214 mt. La salita è finita. Si scende, ma non è consolatorio. So che gli ultimi 11 km saranno durissimi per me. Per ora ci sono i ghiaioni e scopro con piacere che le gambe tengono ancora e mi diverto a saltare e scivolare sui sassi. Ancora un po’ di discesa tecnica e posso correre. Si va. La banana di Mauro mi ha dopato alla grande.

Si passa sotto il ponte del Rudavoi a 1700 mt. Da qui si scende fino a Somadida e poi a Palus San Marco. 10km ancora. Decido di alternare 1 km di nordic walking e 1 km di corsa blanda per darmi delle scadenze kilometriche e vincere la stanchezza mentale: camper, piedi in ammollo, succo di frutta è il ritornello di fondo nella mia testa. La foresta di Somadida è bellissima, ma in questo momento il paesaggio è l’ultimo dei miei pensieri. Corsa, nordic walking, corsa, nordic walking… Costeggiando l’Ansiei ad un certo punto sento il megafono che dall’altra parte del fiume, da Palus San Marco, saluta i concorrenti che stanno arrivando. Non mi faccio prendere dall’ansia e continuo: corsa, nordic walking, corsa… Manca poco. Intravedo la villa tra gli alberi. Ci siamo. Sono arrivato.
Passo sotto il gonfiabile dell’arrivo, c’è Mauro che mi incita: è una gran persona, mi ha aspettato all’arrivo, vero spirito mercuryus. Grazie anche a lui.

“Ritiro” il premio: mi siedo fuori dal camper sulla sedia da campeggio, con i piedi in ammollo in una bacinella di acqua fredda e con in mano la bottiglia di succo di frutta alla pera che ho prelevato dal frigo; sono l’uomo più felice del pianeta.

Franziskus
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Cronaca di un ritiro ...by MAURO BENOTTO

La mia avventura al Lavaredo UltraTrail è iniziata Sabato pomeriggio quando ho fatto i conti con "l'autosufficienza" . Già, il LUT è una gara in autosufficienza cioè senza ristori organizzati. Dicevano che lungo il percorso avremmo incontrato tanta acqua , ma nulla da mangiare; pertanto il Sabato ho fatto un salto in farmacia a prendere Polase in bustine e in un negozio specializzato di un amico a capire cosa potevo portarmi da mangiare ... maltodestine in gel ? barrette energetiche ? pane salame ed un goccio di vino ? ... Dopo una spiegazione dettagliata di mezz'ora su ogni singolo prodotto che ha in negozio il commesso/proprietario/amico mi guarda e dice : "In ogni caso due panini con prosciutto cotto, io, me li porterei ! "Sorrido apprezzando la sincerità e me ne esco con due barrette energetiche e tre pack di maltodestrine a lento rilascio con amminoacidi ramificati, vitamine, proteine e tutti gli ultimi ritrovati di tecnologia alimentare ... e la ferma volontà di fare un salto al supermercato a prendere pane e prosciutto !Il pomeriggio passa ovviamente velocissimo nei preparativi del mio nuovo borsone del G.S. Mercuryus ... canotta, maglia, crema solare, pantaloncini, dentifricio, mutande, orologio, un pile ( non si sa mai !) ... cosa ho dimenticato ? ... Ormai è tardi e Franziskus mi aspetta alle 20:00 !Qui inizia il viaggio ... alle 20:10 arriva Franco con il camper , saluto Paola e Niccolò e salgo per la prima volta su una casa mobile ... che emozione !Andiamo su tranquilli, un po' perché per oggi nessuno ci corre dietro, un po' perché il mezzo non permette grandi andature e tra una chiacchera e l'altra inizia a farsi buoi !Arriviamo alla Casa Gregoriana di Palus San Marco verso le 22:00 e prima di parcheggiare il camper riusciamo anche a ritirare i pettorali.La sera passa tranquilla, facciamo le ultime chiacchiere, studiamo il percorso per la milionesima volta e cerchiamo di allentare la tensione. Quando sono le 23:30 siamo già a letto !Ore 6:15 di Domenica 22 Giugno 2008 : suona la sveglia !Ci alziamo con calma, in fondo abbiamo già tutto pronto e siamo a 50 metri dalla linea di partenza !Franziskus si prepara la colazione ( ... e che colazione !) e non contento si mangia anche 150 g di pasta all'olio , io mi accontento di un succo all'ananas e fette biscottate con il miele ! Intorno a noi gli altri camperisti sono in fermento, chi mangia, chi si sta già vestendo, chi sta già correndo ... in zona partenza è un via vai di gente dell'organizzazione, di atleti ed accompagnatori e la tensione pre gara inizia a farsi sentire.Alle 7:45 chiudiamo il camper e ci avviamo ! Dietro l'arco della partenza gli atleti sono pronti allo sforzo, ma l'atmosfera non è così tesa ; a tre minuti dalla partenza siamo ancora sparsi sul prato le facce sono tutto sommato rilassate e non è rado vedere chi ride e scherza. Sinceramente io e Franziskus non siamo da meno e ci facciamo fare anche qualche foto. Quando lo speaker annuncia l'ultimo minuto qualcosa cambia, ci assembriamo tutti dietro la linea di partenza e si sentono gli ultimi consigli e incoraggiamenti ! "In bocca al lupo!" è l'ultima battuta che ci scambiamo noi Mercuryus, da qui faremo avventure solitarie ... o meglio è quelle che pensavamo in quel momento, i fatti poi ci hanno smentito !Corriamo tutti in gruppo per qualche centinaio di metri e faccio una gran fatica a prendere un ritmo in mezzo al plotone, ma non me ne preoccupo , in fondo la gara è lunga e partire forte non serve. In ogni caso supero un sacco di gente ed all'imbocco della prima salita continuo a corre superandone altri !Quando il gruppo di dirada inizio a camminare, mi sono imposto di non forzare il ritmo in nessun caso ! La stradina diventa sentiero ed iniziamo ad alzarci di quota, qualcosa non va ! Le pendenze non sono impossibili e le gambe mi dicono di correre, ma ogni volta che alzo l'andatura inizia a mancarmi il fiato , non mi era mai successo ! Non mi preoccupo troppo anche se sono infastidito, ma tutto sommato non stò andando male. Il caldo non è insopportabile, anche perché la quota inizia ad essere significativa siamo a 1900 m slm , ma si suda molto perciò prima dell'ora di gara inizio a bere sali (altra cosa che mi ero imposto ... bere molto !). Superata quota 2000 il bosco di dirada ed iniziano gli scenari spettacolari delle nostre Dolomiti sotto un cielo azzurro-azzurro come si apprezza solo in montagna! Ci sono delle nubi sparse sopra le vette, ma rendono il panorama molto più verosimile e variegato, per nulla minaccioso !Arrivati al rifugio Città di Carpi (1h 20' circa di gara) mi fermo un attimo, non sto bene , mi manca il fiato ogni volta che alzo il ritmo, ma non posso certo dire di stare male, le gambe girerebbero decisamente di più ! Non mi siedo, ma mangio al volo mezzo paninetto al prosciutto e mi bevo il "gel super tecnologico" . Quando mi butto in discesa prendo il ritmo non forsennato di altri tre atleti e mentre scendo ho nuovamente la sensazione di qualcosa che non va ; non forzo l'andatura scendendo solo per inerzia e tirato giù dalla gravità, ma faccio una strana fatica, mi manca il fiato e pur non avendo il cardiofrequenzimetro so benissimo che il cuore batte "troppo" veloce !I tre allungano inesorabilmente ! Cerco di capire cosa c'è che non va dando fondo a tutta l'esperienza di anni di corse e verso metà della discesa una sensazione conosciuta inizia a farsi largo ... necessito di un bagno ! Ovviamente essendo un trail e in autosifficienza non posso certo sperare in un ristoro con latrina, perciò prima dell'inizio della seconda salita trovo un posticino un po' nascosto e ... scarico ! Quando riparto sono rinato ... ! Attacco la seconda salita (sentiero 107 , 16 KM e 2h di gara ) con un piglio decisamente diverso, non tanto in velocità ( mi sono imposto di non forzare MAI ! ) quanto in voglia di correre ! Mangio l'altro mezzo panino e ancora un po' di gel ed decido di fare tutta la salita con una borraccia in mano per poter bere pochi sorsi, ma molto spesso ! Non vado male, cammino, ma supero un paio di concorrenti nei primi tratti e mi aggrego ad un gruppetto trainato da una donna. Lei va su come una trattore e noi sei dietro mentre il sentiero inizia ad arrampicarsi sulla valle diventando sempre più pendente. Attorno alla metà della salita mi riprende quella strana fatica di respirazione, forse la quota, forse ho caricato troppo o non mi sono alimentato bene prima della gara , fatto sta che nella salita ho ripreso i tre compagni di discesa e quando il gruppetto di ferma ad una fonte io tiro dritto e proseguo con il mio passo ! Nuovamente superata quota 2000 il panorama diventa mozzafiato ... letteralmente. Il sentiero diventa una scaletta , si inerpica in tornanti sempre più stretti verso l'alto, ma non si riesce a vedere dove finisce. Il mio passo rallenta ed adesso sono decisamente stanco , anche le gambe iniziano a dare segni di stanchezza, ma mi portano sempre più su ubbidienti alla volontà di andare avanti. Quando finisce la salita dura siamo a 2250 metri di quota sul sentiero che porta dal Pian di Cengia in forcella Lavaredo a 2400 circa, una salita corribilissima ... ma qui inizia il vero "dramma" ... ( che enfasi ! ) . Sono stanco è innegabile, ma non più di cento altre volte, sono presente a me stesso e lo spirito sarebbe anche buono ... se solo riuscissi a correre. Vorrei correre e le gambe sembrano sopportarlo, ma non riesco ad ossigenare, mi manca il fiato ! Arrivo in forcella con un unico pensiero : "A Misurina mi fermo !" ... in realtà il pensiero era un po' più articolato ... più o meno recitava : "Adesso mi fermo !!! NO NO NO ! Tieni duro ! Almeno arriva a Misurina che ci sono Paola (moglie) e Niccolò (figlio) che ti stanno aspettando ... e ti riportano in macchina al traguardo !!!! Speriamo che Paola non sia troppo preoccupata, sono almeno 1ora in ritardo rispetto alla tabella di marcia !!!! Chi se ne frega della tabella !!! ... stai soffrendo come non mai !!! FERMATI ! NO NO NO!! ... " ed avanti così anche nel bellissimo sentiero a nord delle Tre Cime !!! Che spettacolo ! ... che panorama ! ... che belle le montagne ! in ogni caso non sono riuscito a correre per più di 50 metri consecutivi neanche in quel tratto praticamente in pianura ... al terzo tentativo ci ho rinunciato ed ho solo camminato !La discesa verso Misurina è stata una lunga agonia, ho continuato a bere senza riuscire però a mangiare nulla. Arrivato alla Malga Rin Bianco ho ritrovato uno dei tre con i quali avevo iniziato la prima discesa e con lui mi sono distratto un po' chiacchierando e commentando la bellezza del percorso.Quando sono arrivato all'Albergo Miralago (34km e 5h e 44 minuti) ed ho visto Paola e Niccolò mi sono rincuorato ed ho abbandonato, per la prima volta, una competizione podistica senza vedere il traguardo.Ma dov'era Franziskus il "nordic-walker" ? Secondo un calcolo molto approssimativo non avrebbe dovuto essere molto indietro e visto che Paola e gli altri amici stavano ancora mangiando mi sono fermato ad aspettarlo. In effetti non abbiamo aspettato molto che dalla curva e sbucato un uomo in arancio-nero con i bastoncini ed un passo invidiabile ... almeno per me ! Si è fermato, ha mangiato qualcosa, ci ha salutato ... e via ... ! Con il suo passo spedito ed una volontà di ferro ! Ammetto di averlo guardato con un po' di rammarico, ma ormai avevo preso la mia decisione ! Quando un oretta dopo siamo ripartiti da Misurina ero molto contrastato tra l'amarezza di essermi ritirato e la gioiosa tranquillità di stare con Paola e Niccolò !Ovviamente siamo ritornati a Palus San Marco a riprendere le mie cose dal camper di Franziskus ... ed altrettanto ovviamente siamo rimarsti a guardare gli arrivi in attesa del nostro unico Mercuryus rimasto in gara !La stanchezza e la soddisfazione di quegli atleti che tagliavano il traguardo incitati negli ultimi metri da un pubblico caloroso e uno speaker davvero bravo a chiamarli tutti per nome erano palpabili ... E con queste immagini negl'occhi e queste emozioni nel cuore mi sono detto che l'anno prossimo ci voglio riprovare...perché anche un ritiro è una buona scusa per non fermarmi !!!!

Sinceramente vostroMauro

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