25.7.13

9 COLLI .....Due mesi dopo

Si, due mesi. Dopo aver concluso questa “Corsa”, in cui avrei voluto fermare un po’ il tempo, prima di percorrere gli ultimi 10 metri di quel affollato viale d’ arrivo a Cesenatico, per assaporare tutto al meglio, non so bene perché, come altre volte di solito faccio, non ho scritto subito qualcosa.
Avrei voluto dire di  getto, nei minimi particolari, ciò che ho fatto e quale marea di sensazioni ho vissuto,  ma qualcosa mi ha trattenuto.
Credo di aver inconsciamente pensato di risparmiare (forse vista l’ età) qualcosa da raccontare, se avrò questa fortuna, solo ai nipotini .
I figli, tante delle cose che fai le possono vedere, ai nipoti gliele devi narrare e questa forse mi deve essere sembrata una bella favola. Quindi sarà una loro esclusiva.
Certo, a fronte di tante domande che mi sono state rivolte, qualche cosa ho menzionato, ma credetemi ben poca cosa rispetto a quanto si può provare in una “gara” così.
Faccio, di buon grado, alcune riflessioni solo per capire ciò che mi ha portato ad affrontare questa “avventura”. Sono stato spinto principalmente dalla curiosità.
Volevo vedere le reazioni del mio fisico durante il metabolismo di una intera giornata passata correndo, convinto che comunque a qualcosa sarebbe servito.
O avrei capito che non sono fatto per certe cose, per sostenere determinati sforzi, o che sono fortunato di poterlo fare.
Volevo comprendere come qualche nostro amico ( il Cesco, la Vale,Ivan), prima di me, aveva fatto e cosa ci vuole per riuscire a percorre quei 202 Km , per superare quei 3000 metri di
dislivello che fanno valicare i mitici 9 colli che si incontrano lungo questo percorso. Alla fine ce l’ho fatta anch’io, ma come bisogna fare e cosa ci vuole non l’ho comunque ben capito lo stesso.
Ho forse compreso però perché mi piace correre  per molto tempo. Le  22 ore e 50 minuti che mi sono servite per arrivare alla fine, sono state lunghe, interminabili e proprio per questo mi sembra di aver vissuto di più, di aver rallentato la mia vita. Per quel tempo mi sono sentito una persona migliore, quasi come vorrei essere e che in realtà non sono:
paziente, molto paziente, quando normalmente basta una virgola girata dall’altra parte per farmi agitare, quando 3 macchine davanti è già colonna infinita,
coraggioso, quando di solito appena avverto situazioni di pericolo me la faccio sotto, magari le affronto lo stesso, ma farlo con qualcosa che spinge dietro non è una bella sensazione,
forte, anche fisicamente, quando invece sono una mezza s…. e ogni fatica che non sia la corsa mi devasta. Si forse è per questo … forse.
Prima di partire ho scritto ad Alberto, in risposta al suo messaggio di buona fortuna, che non ero sicuro di niente, ma che gli stati di incertezza ti fanno stare vigile e tirano fuori il meglio di noi.
Ed è stato semplicemente così.
E’ notte ed è molto buio, mi giro un attimo e vedo delle luci: “Non saranno mica le lampade frontali di altri atleti che mi stanno per raggiungere e superare?” Ah no, è solo il luccicare delle lucciole …. 
Che bel ricordo.
Danilo

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