13.7.11

GRAND TRAIL VALDIGNE, RACCONTO DI ILARY...

RACCONTO DI ILARY:

5° Gran Trail Valdigne, ovvero: cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia.


Che atmosfera magica che si respira qui in Val d’Aosta. È sempre bello ritornarci e rivedere tanti amici. Questo penso il venerdì al ritiro pettorali e poi anche durante il briefing pre gara. Poi sabato, come l’anno scorso e come in un sogno (o forse è un incubo?), ci ritroviamo in piazza a Morgex pronti e carichi per il 5° GTV. Quest’anno ci fanno partire un’ora prima, perché sperano di stare meno ad aspettarci… nessuno ha spiegato ai Courmayer trailers che se continuano ad allungare i percorsi, il risultato non cambia. L’unico testina che fa la 100 km quest’anno, manco a dirlo, è il Pres. Lui parte alle 8.00 con tutta Morgex che saluta e tifa. Bellissimo.

Noi della corta (si, corta… son sempre 55 km!) partiamo alle 9. Io (come sempre) in tandem con la zia Anto e subito ci ritroviamo inchiodate a sudare come 2 maiali sulla salita al bivacco Pascal (così chiamato in onore di una guida alpina di Morgex che è scomparsa… e te credo, se doveva farsela a piedi tutte le mattine fino in cima!!). Quest’anno abbiamo anche il cane da pastore (Sergio), autore della bellissima foto con le rose (che siamo noi! No i fiori…). Dopo poco più di 3 ore e nemmeno tante bestemmie, sbagliando anche strada (leggermente! Siamo ancora immuni dalla sindrome di Osigo), ci ritroviamo a festeggiare con altri sopravvissuti il raggiungimento della vetta. Mi chiedo ora come cazzo farò in discesa. Morandin mi ha detto che la prima discesa verso Courmayeur, è proprio in piedi. E Morandin di solito tende a minimizzare le cose. Prima però c’è il nevaio… quest’anno anche la zia Anto finisce palle all’aria e viene giù di chiappe. Meno male che non sono l’unica handy. Alla fine del nevaio, mi alzo tutta contenta e rinfrescata e con una palla di neve nelle mutande, esclamo “nel mio intimo c’è Chilly”.

Scendiamo un altro po’ e davanti agli occhi ci si para quello spettacolo assurdo del lago Liconi, quest’anno completamente privo di ghiaccio… il pensiero in questo momento va a Walter e a quanto si starà imbugando al matrimonio della sua collega. La discesa ora si fa terribile (almeno per me)… ho letto che qualche cojon in alcuni forum dedicati alla gara, ha definito questa discesa bella e tecnica… io mi son cagata nelle brache… inoltre in questo tratto abbiamo clamorosamente perso il cane da pastore… quindi ci siamo dovute arrangiare. Vabbè poco male… siamo abituate. Fortunatamente la discesa infernale non dura tanto e ad un certo punto, la zia mi fa stare davanti e io vengo posseduta dallo spirito di San Fabio Caverzan e comincio a correre come se avessi satana alle calcagna… veniamo giù che è un piacere e superiamo cani, porci, vecchie con il bastone, vecchi con la gobba e le stampelle e pure una tartaruga. Ci fermiamo ad un ristoro e beviamo un delizioso tè alla menta. Riprendiamo la picchiata verso Courmayeur e quando arriviamo al ristoro: ta-dam!!!! Quequo e il suo mitico bicchiere. La discesa a Courmayeur l’ha un po’ spompato e quindi lo adottiamo e inizia così la parte di gara denominata “gruppo vacanze”.

Ripartiamo e ci attende la salita al col d’Arp. L’ho fatta 2 anni fà e dico ai ragazzi di stare tranquilli, è un po’ lunga, ma niente a che vedere con il col Fetita dell’anno scorso… ma io non posso stare zitta ogni tanto??? La salita lunga 10 km si rivelerà infatti interminabile. Una vera via crucis, sia mentale, che fisica (abbiamo le ginocchia e i piedi piuttosto provati a questo punto delle cose). Per festeggiare il riformarsi del trio delle meraviglie (con Louis che quest’anno è stato sostituito da Mauro) io e la zia iniziamo una bella sinfonia di peti e rutti che ci accompagnerà allegramente per tutta la salita, per la gioia del ns. Quequo! Ad un certo punto ci sono pure dei cavalli… e con la zia rievochiamo il Troi degli Sciamani, quando lei li faceva imbizzarrire. Fortuna che ogni tanto ci sono delle fontane, perché fa un caldo ciccione e la sete è sempre in agguato. Ringraziamo in particolar modo la cojona che abbiamo incontrato ad un certo punto, che ci ha detto che mancava un’oreeetta (con la E molto aperta) alla cima, quando invece ne mancavano almeno 2, e quell’altro suo parente che ci ha detto che mancavano 20 minuti, quando invece ne mancavano almeno 60!!!! Vabbè… finalmente scolliniamo e ci ributtiamo in discesa. Siamo al 30° km e tutto va bene (almeno non grandina). Veniamo passati dall’amico Piero Toffoli che ci annuncia l’imminente venuta del Pres, che affronta questo stesso colle come terzo del percorso della lunga… allora con un moto d’orgoglio (o di dispetto), invito gli altri 2 a correre fino alla morte in modo che non ci raggiunga almeno fino a la Thuile! In realtà il Pres ci prende al ristoro del 34° km ed è contento di vederci, come noi. Anche lui è abbastanza provato, ma si sa che quello più corre e meglio sta. Lo salutiamo perché ha sicuramente un passo più veloce del nostro e speriamo di rivederlo presto, possibilmente tutto intero, a Morgex. A noi non resta che corricchiare. Qui adottiamo tutti il passo pattinato alla Cesco, che è efficacissimo in questi frangenti, perché il ns. prossimo obiettivo si chiama la Thuile. Passiamo per posti inverosimilmente belli… come le due baite di fianco alla cascata (dove faccio la pipì rigorosamente in piedi), con l’orto che dava sul precipizio… della serie “il nonno è andato a prendere le teghe nell’orto… speren che nol casche in tel buron!”. E finalmente, dopo l’ennesimo tornante di quella cazzo di strada che 2 anni fa avevo percorso al contrario in compagnia di Max Russo e Silvia, arriviamo a la Thuile. Qui ad attenderci vorrei ci fossero i miei… invece non c’è nessuno. Ci sediamo e le ns. gambe ringraziano. Ci mangiamo un panino e beviamo un buonissimo brodo caldo (che ci salva probabilmente la vita). Siamo al 40° km e ci siamo ancora tutti e 3. Ripartiamo un po’ scoglionati perché una volontaria ci dice che mancano 6 km in salita e 11 in discesa. Adesso, la matematica non è proprio il mio forte, quindi ci metto un po’ a capire che 40+6+11 non fa 55, ma 57 e allora bestemmio… fortunatamente al ristoro successivo, l’angelo biondo che ci legge i chip e ci offre l’ennesima coca, ci dice che mancano 11 km e basta e che abbiamo ancora forse 1 km in salita e poi il resto sarà in discesa. E così è. Corriamo noi 3, parliamo di tutto, ridiamo, ci lamentiamo del mal di gambe, ma ormai sentiamo profumo di traguardo e riusciamo a superare altri concorrenti che avevamo visto nel corso della giornata. Guardo la zia che corre davanti e penso che questa è l’ennesima avventura che viviamo assieme, guardo Mauro e penso che è una bella rivincita per lui finire la corsa, visto il ritiro dell’anno scorso, penso che per come stavo ieri, non avrei mai detto di riuscire a finirla tutta sta corsa. Intanto il temporale ci romba sopra, ma sembra che regga (chissà il Pres!!). Il sole sta tramontando e in lontananza al di là dell’autostrada (ce la fanno mica attraversare??) scorgiamo le luci di Morgex. Gli ultimi km in discesa sotto il bosco, con il buio e quel caldo infernale e il rischio di distorcersi ad ogni passo, mi fanno bestemmiare contro tutti i Courmayeur trailers, ma alla fine mi diverto pure e le gambe vanno ancora. Arriviamo in prossimità del tendone del pasta party della sera precedente e al ns. passaggio suonano un campanaccio e tutti ci fanno gli applausi (che brividi, che momenti!!) e noi voliamo, vedo Oscar di sfuggita che ci batte le mani e ci incita, siamo praticamente inarrestabili… arriviamo all’ultimo km e rallentiamo di botto! Vedo finalmente i miei che ci applaudono. Ci mettiamo un po’ in ordine (sennò veniamo male nelle foto), ci prendiamo per mano ed è così che tagliamo il traguardo di questo grandioso trail. Che bestie!!! È proprio vero che cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia.

Morgex ore 1.30 di domenica mattina. Mi suona in cellulare… è il Pres.

“Dove siete? Io sono qui al capannone del ritiro pettorali” Ci guardiamo sgomenti con la Anto, Mauro e Diego e speriamo che non sia vero, perché vorrebbe dire che il Pres ha sbagliato clamorosamente strada e soffre pure lui della famigerata sindrome di Osigo… per fortuna, lo sbarellato intendeva il capannone del pasta party e così, dopo qualche altro minuto di attesa, compare davanti ai nostri occhi, trotterellando e anche lui taglia il traguardo felice, in splendida forma e con un ottimo tempo di gara.

CHE FATICA SALIRE AL PASCAL...UN TIRO DI 2000mt IN 9KM...
ILARY E LA TRUPPA AL BIVACCO PASCAL...2990mt...


ALCUNI SCORCI DEI VARI PASSAGGI DELLA 55KM:


VISTA DI MORGEX IN SALITA AL PASCAL...

IN SALITA AL PASCAL TRA LE NUVOLE...

ECCO LE CROCI...MANCA POCO ALLA CIMA...




ECCOCI IN CIMA UN PAESAGGIO DAVVERO MAESTOSO...

IN DISCESA DAL PASCAL TRA QUALCHE NEVAIO...
VISTA DEL MONTE BIANCO DAL COL LICONY...2600mt...

IL LAGO LICONY...
ILARY, ANTO, MAURJNO E ZANDO IN ATTESA DEL PRES A MORGEX...

2 commenti:

Zando ha detto...

200mt in 9km??? Una passeggiata!!! (vedi foto 2)

iL pAzZ0 ha detto...

ha ragione il Zando! 200m in 9km?!?!?!Che fatica?!?!?! Ritirete che l'è mejo...