18.4.11

MARATONA DI PADOVA 17 APRILE 2011, RACCONTI DI DUE PRATAGONISTI:

DANIELE CESCONETTO...un vero MOTORE: 2h50m...ha scritto...

Eccomi per l'ennesima volta in terra Padovana per la maratona del Santo. Questa per me era l'ottava partecipazione su queste strade, e fortunatamente c'è stata la novità del cambio di percorso nella parte iniziale. Anche perchè, ormai mi ricordavo per filo e per segno i "vecchi" 42,195 km. Dopo circa 28 km tra le campagne di Padova tra Campodarsego, Camposampiero, Borgoricco, si ritornava sul vecchio percorso in statale del santo per gli ultimi 14 km da fare tutti d'un

fiato. Rispetto alle edizioni precedenti sempre caratterizzate dal gran caldo, in questa 12° edizione, il clima è stato ottimo, e grazie anche a questo fattore sono riuscito ad impostare la gara fin dall'inizio sui 4'/km e chiudere nel fantastico scenario di Prato della Valle in 2h50m tra due ali di folla dove c'era Super Valeruz che ha fatto questa foto che testimonia che non è stata una

passeggiata. Ciao alla prossima!!

SODDISFATTISSIMO ALLA FINE...

FABIO CEOL...il ragazzo di casa...ha battuto ogni sua difficoltà, dubbio...ed è RECORD personale 3h14m...ha scritto:

Non potevo non fare un report sulla bellissima giornata che ho vissuto ieri, soprattutto perché non potevo e non volevo non farvi partecipi delle emozioni e delle soddisfazioni, che proprio perché siamo in un gruppo così unito, penso debbano essere condivise.

Lo so benissimo che per chi arriva in fondo ai 42km sotto le 3 ore o chi ne fa 100km o chi conclude un ultra-trail di oltre 7 ore, questo mio commento può sembrare esagerato, ma per me è stato come vincerla questa maratona e credo che tra me e il keniano che l’ha vinta sono sicuramente più soddisfatto io!!!

Devo incominciare questo report non da ieri mattina ma da gennaio …tranquilli! Solo un accenno!!! E’ stato un percorso di allenamento che grazie ad Alberto Zanin sono riuscito ad affrontare con entusiasmo e con sempre crescenti soddisfazioni che mi ha portato ad avere sempre più convinzione e che mi ha fatto cambiare atteggiamento mentale …sicuramente l’asso nella manica che ho avuto ieri, ciò che mi ha fatto superare i miei limiti.

Già dalla partenza si capiva che non era una giornata normale, la partenza era a 200mt dalla porta di casa mia e ci sono arrivato a piedi poco prima di entrare in griglia …unbelievable!!!

In pochi minuti mi ritrovo nella griglia e dopo qualche minuto si parte!

Come tutte le maratone i primi km sono una festa, la fatica che sopraggiungerà non si sente e soprattutto non si immagina che potrà arrivare, tengo il ritmo con facilità e sono pieno di entusiasmo. Al 4° km mi passano i palloncini delle 3’15’’, sono un gruppone di 30 persone, tra me e me penso sapendo di voler fare lo sborone: “Andate andate, tanto vi riprendo dopo!”.

Verso il 6-7° km arriviamo a Camposampiero: “Chissà se anche alle 9.15 ci sarà gente?” Dopo un po’ ecco dapprima la folla del paese e poi la folla dei “maratonetini” che aspettano di partire alle 10.30 che ci salutano e ci incitano …un po’ di orgoglio mi pervade, noi siamo i veri “faticanti”, noi siamo i veri eroi della giornata! …in 1km di paese quanti “cinque” battuti ai margini della strada e come sempre accade, la media che si abbassa per l’entusiasmo.

Ritorno in me e cerco di rallentare chiacchierando con qualche compagno di corsa del momento. 1°-10°km: 4’38’’/km

Inizia la parte in cui il vento è contrario, si gira e si va verso Rustega. Parlo di tempi e maratone con qualcuno che corre a fianco a me e mi passa velocemente, le gambe girano come se fossi appena partito e la semplicità di corsa quasi mi spaventa. Verso il 18°km pur mantenendo il mio ritmo inizio a sentire un po’ di fatica e la prima crisetta arriva. Non perdo quasi niente e mantengo la media, ma la corsa non è più spensierata come prima. Mi ripeto: “Stai tranquillo, le crisi vengono e poi vanno, concentrati e aspetta che finisca”. 10°-20°km: 4’38’’/km

Arrivo alla mezza maratona, il tabellone indica 1h 38’ secchi, sono un po’ annebbiato e non capisco se sia buono, ma mi sembra di si! Il vento è a favore, ma fatico a trovare quella elasticità di gambe dei primi km. Tengo duro, non mollo di una virgola e mi preparo a svoltare a sinistra verso Sant’andrea, da qui fino al ritorno a Campodarsego il percorso è quello che faccio in allenamento, mi sento a casa e inaspettatamente le gambe senza accorgermene si sciolgono, guardo i BPM del Garmin e leggo 145!!! Non ci credo, ritrovo di botto l’energia perduta. Adesso mi sembra di volare e devo quasi contenermi per non strafare. 20°-25°km: 4’37’’/km

Al 27° km incontro un mio amico sulla strada che mi scatta una foto e mi sento felice di correre così veloce senza fatica, poi supero un cieco con il suo accompagnatore a cui faccio i complimenti per la sua corsa, insomma non sento quasi la fatica e corro guardandomi attorno con tutta quella gente che ci incita …io poi sono sulle strade di casa e penso “chissà, forse qualcuno si ricorda di avermi visto correre in questi mesi da queste parti e forse adesso dirà: ecco perché quel tizio correva tanto!!!”. Appena giro per la statale del Santo e imbocco gli ultimi 13 km del percorso classico, nonostante tutta la folla festante di Campodarsego, inizio a sentire la crisi che arriva. E questa volta è vera crisi!

Arrivo al 30°km e leggo sul tabellone del tempo 2h e 18’ e qualche secondo, sento davvero la crisi che avanza senza pietà e inizio a programmare: se vado a 5’al km dovrei chiudere i 3h e 19’ e mi va benissimo lo stesso. Non voglio mollare e cerco di pensare km per km. Voglio arrivare al 35° km ancora con la media sotto i 4’40’’ ma è dura, durissima; corro per 5 km con un’andatura che oscilla da 4’20’’ ai 5’ al km ma nonostante tutte le sofferenze del caso arrivo al 35° con la media totale ancora rispettata. In più ci sono quelli della mezza che superano senza pietà e io m innervosisco perché non mi sembra giusto (pensieri veniali…). 26°-35°km: 4’38’’/km

Passo i 2 ponti di Vigodarzere dove c’è un sacco di gente e mi butto nella discesa verso Padova. Mi ritorna in mente che 2 anni fa qui Luciano mi ha scortato fino al 40° km facendomi capire che nonostante la crisi passata avevo ancora la capacità di accelerare e chiudere in progressione. Mi ritornano in mente le sue parole del dopo gara, quando l’avevo ringraziato: “Adesso che l’hai fatto ricordatelo nelle prossime gare!”. E così faccio. Arrivo alla rotonda sotto la tangenziale e mi accorgo che il gruppo delle 3h 15’ è a circa 70-80mt da me; per tutta la corsa l’ho visto distante a non più di 200-300mt e ora non riesco a capire come sia possibile che sia così vicino. Il gruppo è diventato un gruppetto, quasi tutti hanno ceduto e questo mi dà un morale incredibile, di colpo mi viene in mente che posso raggiungerli e il pensiero corre immediatamente sulla frase che riecheggia nella mia testa: “Adesso vado a prenderli, adesso vado a prenderli!”. Ora non esiste più 36° o 37° km, non esiste più media da rispettare, non esiste più nemmeno la maratona, non ricordo più la crisi e penso soltanto a raggiungerli. Non so cosa mi stia succedendo, corro con l’unico obbiettivo di raggiungere quel gruppetto che si fa sempre più vicino. Ogni tanto guardo il Garmin e vedo delle cose senza senso: 4’10’’, 4’25’’, 4’18’’!!! Ma non è questo che mi fa dubitare della realtà del momento, ciò che mi fa vacillare è che non ho più paura!!! Non mi sento più di limitarmi, non faccio più calcoli, sto dando tutto e nella più totale incoscienza ci sto credendo. Dentro di me cresce la voce: “Ne hai Fabio, ne hai da vendere, dai tutto, molla tutto!!!”. Quando arrivo al 38° km gli passo di fianco e a questo punto gli sorpasso senza neanche quasi guardarli (sono rimasti in 6 compreso il pacer!). Sono in totale trans agonistica. 36°-40°km: 4’29’’/km

Al 40° km mi giro e vedo i palloncini distanziati, devo percorrere il cavalcavia Borgomagno con una pendenza da non sotto valutare. Di piombo sento lo sforzo fatto, cerco di superarlo senza pensarci troppo ma il rallentamento è evidente. Sul culmine del cavalcavia, respiro un attimo senza smettere di correre e mi butto nella discesa lasciando andare le gambe. Arrivo in città e faccio davvero tanta fatica a mantenere un buon ritmo, forse ho sprecato troppe energie. 41°km: 4’39’’/km

Ci siamo, siamo alle ultime fatiche, imbocco la via del Santo (adesso veramente lasciando il cuore sulla strada) e inizio a sognare. Non ci posso credere, ce la sto facendo!!! A 600mt dal traguardo sto correndo sotto le 3h15’’!!! Passo il Santo e imbocco il penultimo rettilineo, ormai sono lanciatissimo e sto correndo forte, anche se quasi non me ne accorgo. Guardo il Garmin, lo sposto dalla velocità istantanea al tempo globale e leggo 3h 13’ e qualche secondo. Faccio un rapido calcolo mancano 500mt circa, “Ce la posso fare, no! Ce la faccio!!!” In quel momento non riesco più a trattenermi e mi scappa un grido: “GRANDE! SOTTO LE 3 ORE E 15!!!. La gente attorno colpita dal mio grido si eccita e sento urla di incitamento. Arrivo in Prato e nella curva vedo Alberto, è un incontro di sguardi emozionati e increduli, non capisco niente, ma allargo la curva e gli batto “un cinque”, lui urla qualcosa, io non posso far altro che gridare:”GRANDE!!!”. Ho una grinta pazzesca, tra il sorriso stampato in faccia, le gambe che mulinellano a tempi pazzeschi (alla fine vedrò un 4’16’’ al 42°km e 3’50’’negli ultimi 270mt!!!), l’energia che esplode in grida di soddisfazione, non posso far altro che rimanere ipnotizzato da quel tabellone che si avvicina e segna 3h 14’. A 100mt dall’arrivo un altro “SI, GRANDE!!!” mi esce da cuore e dalla gola e mi lascio trasportare quasi in estasi sotto lo striscione dove per qualche passo chiudo gli occhi e allargo le braccia. Arrivo e comincio a sorridere e non mi fermo più. Scuoto la testa e continuo a ripetermi “non è possibile, non ci credo, non è possibile!”.

Invece è tutto vero, dopo qualche passo mi mettono la medaglia mi siedo e continuo a ridere da solo ripetendomi “non ci credo, non ci credo”, dopo qualche secondo mi scappa anche una lacrima, ma la commozione fa di nuovo posto alla felicità rappresentata dal sorriso.

La mia determinazione e il mio spirito di sacrificio sono stati premiati.

Questo grande tempo è frutto di una grande voglia di non mollare mai che è incominciato dal primo allenamento, quando ho dovuto lottare con le scorie negative della bruttissima maratona di Firenze e dall’infortunio maledetto che mi aveva rovinato la festa. Ogni allenamento mi ha dato più convinzione, ogni sforzo ha incrementato la mia capacità di superare le difficoltà, ogni risultato mi ha spinto a credere sempre maggiormente nelle mie potenzialità, e tutto questo lo devo soprattutto al mio grande coach e amico che ha sempre creduto in me e che con questo risultato mi ha permesso di fare 3 PB su tre lunghezze differenti in meno di un anno!

Grazie a tutti e scusate se mi sono così esaltato rivivendo quei momenti che auguro a tutti voi, compagni di corsa.

Fabio

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