27.4.10

2 ROCCHE CORNUDA - 25 APRILE 2010 -

By Giorgia Grava

Giornata estiva fin dalle prime ore del mattino, con temperature a cui non
siamo ancora abituati, cielo terso e tanta voglia di correre per tutti gli
atleti Mercuryni che erano presenti.
Immancabile foto di gruppo per non tradire le buone abitudini come ci
insegna il nostro Presidente.....
Per tutti era la prima esperienza a questa gara, non per Luca e forse per
qualcun altro che ci raccontava di averla già fatta, quindi a parte aver
visto l'altimetria nel sito, è stata una piacevole sorpresa affrontare
quelle lunghe ed impegantive salite sul campo, non parliamo poi delle
discese rese pericolose dal fango scivoloso, ma tutto ciò per una
impagabile ambientazione immersi nella natura e con visuali mozzafiato.
Insomma il divertimento è stato assicurato!!!
All'arrivo negli occhi di tutti i mercuryni, oltre alla fatica, si leggeva
la soddisfazione di aver portato a termine anche questa impresa.
Un particolare brava a Monica, che nonostante la sua caviglia gonfia e
fasciata è riuscita a portare a casa un tempo niente male (2 ore e 18), e
poi dicono che le donne non sanno soffrire!!!
Grazie a tutti
Giorgia

BY ANDREA BOLZAN:

L’idea di correre la Due Rocche è venuta qualche tempo fa, un po’ per il fatto di averne sentito parlare molto bene, un po’ per continuare il cammino intrapreso quest’anno cioè quello di tenere il più lontano possibile l’asfalto, un po’ anche per arricchire il mio modesto curriculum di podista, cercando sempre di inserire nuove esperienze.

Già all’arrivo di buon mattino a Cornuda, l’impressione è stata stupefacente, un fiume di gente che si dirigeva verso il luogo di ritrovo così come si vede nelle più importanti maratone, e nonostante alla fine si siano registrate circa 3000 presenze, l’organizzazione è stata esemplare in tutto.
Tempo di attesa zero, dal ritiro pettorali al pacco gara, al fornitissimo ristoro finale molto allargato per dare spazio a tutti, innumerevoli i volontari disseminati lungo il percorso, dal servizio radio ai ragazzi sui quad pronti ad aiutare chiunque.

Il percorso di gara bello, bellissimo quanto duro ed impegnativo, con salite interminabili, discese ripide e tecniche, fiumi di fango da guadare senza pensarci 2 volte, alla faccia di chi procedeva a mo’ di bradipo stanco per non sporcare le impeccabili scarpette da festa, il tutto poi baciato da un fin troppo generoso sole che ha messo a dura provala resistenza di tutti i trailer.

Il tutto immerso in un ambiente naturale molto molto bello, che personalmente non conoscevo, con i suoni, i rumori, i profumi tipici del bosco primaverile che si sta svegliando dal torpore invernale, da respirare a pieni polmoni.
Le salite come detto non mancavano mai, così come al km 14 quando credevo che il peggio fosse passato, ecco un altro interminabile muro da scalare, che mi ha dato il colpo di grazia, perfino nella successiva discesa facevo fatica ad andare avanti, mentre in lontananza si comincia a sentire lo speaker all’arrivo, il quale mi fa pensare che non sono poi così lontano, in poco tempo tutta questa sofferenza dovrebbe finire. Infatti subito dopo in compagnia di Luca Z. si sbuca il paese sull’asfalto, benissimo mi dico tra me e me, ancora poco ed è fatta! Sì….’sto paio di p…e!!!
Intanto veniamo raggiunti da Monica e, cucinati per bene dal sole, scorgo in lontananza un cartello che dice –2 km all’arrivo. L’agonia è sempre più lunga, il passo è sofferente, infatti inesorabilmente i miei due compagni di avventura pian piano si allontanano, proprio non riesco a reagire.
Cartello ULTIMO KM e come la ciliegina sulla torta, un bellissimo quanto mai così tanto desiderato cavalcavia mi dà un’altra mazzata sul coppino, prima cammino poi riprendo una lenta corsa che per lo meno mi permette di raggiungere Monica e altri concorrenti evidentemente più in difficoltà di me. Discesa dal cavalcavia, sottopasso della strada principale ed ingresso nella zona industriale dove è posto il traguardo tanto desiderato che taglio insieme a Monica con le braccia al cielo.
Stanco ma altrettanto soddisfatto e felice cerco subito un po’ di riposo all’ombra prima di dare il meglio di me stesso al ristoro finale. Qui, con le mani ed i muscoli mandibolari, credo di essere più competitivo che non per strada con le scarpe ai piedi.

Il Bolzo

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