10.9.12

UTMB 2012, RACCONTI DEI NOSTRI PROTAGONISTI...


IL PREMIO FINALE di Daniele COCO, LELE +:


Si può concludere un ultra-trail di oltre 100km e 6000 metri di dislivello positivo, senza una forte motivazione? No, non si può. 
Agosto 2010 "CCC": dopo ore di pioggia, vento, freddo intenso, vengo fermato sulla salita del Catogne, dopo circa 73km, l'organizzazione sospende la corsa per condizioni climatiche e di terreno ritenute troppo pericolose per l'incolumità dei concorrenti. Sono ritenuto Finisher, ma mi viene negato l'arrivo a Chamonix, la soddisfazione più grande. 
L'anno successivo provo ad iscrivermi alla corsa regina, l'UTMB. Non vengo sorteggiato, tutto è rimandato al 2012. 
Mi iscrivo quest'anno più per dovere che per piacere, in due anni cambiano tante cose, ho capito i miei limiti e mi appassionano altre sfide. Chi mi ha sopportato in questi giorni di vacanza pre-gara a Chamonix, forse mi ha preso per pazzo. Continuavo a dire che questi trail non sono fatti per me, che sono stufo di dipendere dalle bizze del tempo, che non ne posso più di zaini, bastoncini, scarpe artigliate, ecc. 
Continuavo ad elogiare asfalto, circuiti e "Coppa Pordenone". 
Insomma, che ci facevo all'ombra di sua maestà le Mont Blanc? 
Chamonix è sempre e comunque uno spettacolo ed i giorni prima dello start trascorrono piacevolmente con Silvia e gli Amici di squadra, facciamo anche la nostra quotidiana attività fisica, senza particolare stress. L'atmosfera "gara" si sente: è nell'aria fresca della mattina, nella cura dei particolari, nell'attenzione all'alimentazione, negli sguardi preoccupati che ci scambiamo guardando il profilo altimetrico infinito!  
Già due giorni prima dello start questa atmosfera si trasforma in preoccupazione. Le previsioni meteo preannunciano condizioni proibitive, mi sembra di tornare indietro di due anni- sospenderanno la corsa? la varieranno? 
Devo essere sincero, non mi importava un granché, la mia decisione era già presa, sarebbe stata in ogni caso la mia ultima partecipazione ad un ultra-trail, la fine di un capitolo nella mia "storia" di corsa. 
Alla fine l'organizzazione decide, per ragioni di sicurezza, di modificare quasi completamente il percorso originale. Si rimane più bassi, non oltre i 2000m, e si corre in un territorio meno ampio e completamente francese. Ne viene fuori un tracciato di oltre 100km e 6000m di dislivello positivo- non proprio una passeggiata, considerando il freddo e la pioggia (neve?) previsti. 
I commenti si sprecano, tra chi non vuole più partire, perché non è più un vero UTMB, e chi a tutti i costi vuole portare a casa il mitico "gilet Finisher", il cimelio da indossare in tutte le occasioni. 
Non mi è mai passato per la testa di non fare la gara, ricordavo il messaggio del mio amico Cesco che diceva in toni forse un po' più coloriti: - finisci sto UTMB e poi tartan e circuiti tutta la vita. 
Un atto conclusivo, una chiusura di parentesi. 
Non vi descrivo la mia corsa, i particolari non contano e si è già scritto tanto sulle condizioni che abbiamo dovuto affrontare. 
Non conta la sofferenza, ma l'atto finale. 
Pur non essendo motivato nel partecipare a questa corsa, un bisogno intrinseco a concluderla c'era, l'ho espresso nelle precedenti righe. Dovevo FINIRE il mio ultimo ultra-trail, così l'ho pensato, così l'ho desiderato. 
Non mi interessava il gadget finale, quello che nel 2010 desideravo più di ogni altra cosa. 
Vi descrivo quindi gli ultimi momenti di questa corsa, l'entrata a Chamonix. 

" ecco, ci sono, ho fatto bene in questi ultimi 10km a non forzare, alternando corsa a camminata, lo stomaco ha retto, adesso si corre, l'arrivo deve essere sempre trionfale" 
Due ali di folla segnano il percorso, gli applausi e gli incitamenti, ti fanno sentire vincitore, il Vincitore, non importa la classifica, sei il più bravo lo stesso. 
Poco prima, per puro caso avevo incrociato Kilian Jornet, il campionissimo, lui stesso umilmente mi aveva detto Bravò - nelle ultra l'importante è finire, arrivare al traguardo. 
Sono emozionato ed al tempo stesso felice, incrocio lo sguardo della donna che amo, che è la a gridare il mio nome e la felicità nel vedermi arrivare, poi i compagni di squadra.
" e sì!  mi godo questo momento di corsa come alla moviola, voglio ricordare tutte queste facce, tutti questi sorrisi, tutti questi applausi". 
Gli ultimi metri sono un'apoteosi, alzi le braccia al cielo e tagli il traguardo, lo speaker urla il tuo nome al microfono. 
"è FINITAAAA!!!"
L'ultimo chilometro è il vero premio finale, quello che ti fa dimenticare la fatica, che non ti fapiù sentire i dolori, che ti riempie il cuore, che ti fa amare uno sport di sofferenza, che ti fa sentire completo per aver concluso qualcosa, che ti da la gioia di condividere,anche adesso, delle emozioni. 
Addio UTMB.



L'impresa, di Antonella FAVARO, Anto: 

Ebbene si!
Cos
ì la definisco, una grande impresa terminare la mia prima 100 km in montagna.
E quale montagna avrei potuto scegliere?? Il Monte Bianco naturalmente!
Quelli che seguono sono alcuni dei momenti salienti della mia avventura... o almeno quelli che pi mi sono rimasti nella testa e nel cuore.
Mi sono iscritta e ho avuto la fortuna di essere sorteggiata alla CCC che fino all'ultimo momento non sai mai che meteo ti riserva.
Infatti fino al giorno prima della gara, un bel sole con temperature molto gradevoli, mentre il giorno dopo fin dalla partenza, pioggia, neve, vento... non vi dico nei primi km sulla seconda vetta, pioggia mista a neve e poi, una volta arrivati (parlo al plurale perch
è con me c'era Luca Zornio) al Gran Col Ferret, già cm di neve.
In quel momento mi sono chiesta: se alle 13.00 ci sono già cm di neve, cosa ci riserverà la notte?
Dopo un piccolo ristoro, scendiamo gi verso la Fouly, Pra de Fort fino ad arrivare a Champ
ex Lac dove troviamo Marco e il Pres.
Tutti infreddoliti e lavati come pulcini pure loro... Vabb
è mi dispiace per loro, ma sono stati fondamentali perchè mi hanno tirato su il morale e dato conforto.
Una volta rifocillati siamo ripartiti verso la Bovine e da qui
è iniziato il Calvario: il buio, la pioggia mista a neve. Il maltempo non ci risparmia e pi si sale e pi neve scende, poi ci si è messo pure il vento, tanto che ho dovuto chiudermi come un ovetto, per proteggermi dal freddo pungente.
La temperatura sulla cima del colle
è -10 C... ma non è finita qui... ci tocca scendere nel bel mezzo della notte, risalire e ridiscendere su sentieri fangosi e sempre pi pesanti. Poi ci si mette pure la vacca in mezzo al sentiero (o passe mi o passa ela) alla fine sen passadi tutte e do!!!
E pensare che dal rumore, pensavo fossero i campanacci dei tifosi...
Finalmente arriviamo a Vallorcine. Ci rimangono circa 15 km per terminare questa bella avventura, trascorsa sempre insieme a Luca Z.
Una volta arrivati in centro a Chamonix, nonostante siano le sei e mezzo del mattino, troviamo parecchia gente ad accoglierci ai lati della strada, i miei occhi iniziano a brillare tanto che le gambe continuano a girare alla grande, nonostante siano ben 20 ore che vado. Ormai
è fatta, mi dico. Alzo la testa al traguardo e mi parte un urlo liberatorio: siiiiiii!! Finita!
Vengo abbracciata prima da Luca Z. e poi dai miei tre sostenitori Marco, Silvia e Luciano. Scoppio in lacrime incredula di aver portato a termine questa impresa.  

2 commenti:

Danilo ha detto...

Anto,ricordo le tue prime uscite con noi in Cansiglio. Quanta strada hanno fatto la tue gambe da allora, ma quanta di più ne ha fatta la tua testa. Con ammirazione, Danilo.

Anonimo ha detto...

Chapeau...