Vi riportiamo il racconto del nostro amico friulano Stefano Cantoni che è alla sua seconda esperienza alla sky race delle dolomiti friulane:
Mi sono ripresentato al via della sky di Forni di Sopra, gara tranquilla di retrovia. La condizione nn c'è e il percorso nn permette di forzare inutilmente.
comunque poco dopo la partenza, raggiungo due bambini, sono davvero molto piccoli ed il primo pensiero è: "con che coraggio i loro genitori hanno messo i loro figli su 1 tracciato così impegnativo?" . La bimba, con 1 completino giallo, è già rossa in viso ad appena 5min dall'inizio della salita.
Li vedo salire con il loro passo costante e regolare, controllati a vista da 1 adulto che sembrava stesse camminando in pianura (mannaggia a lui)!!,li sorpasso pensando che nn sarebbero mai arrivati in cima e continuo nella mia fatica.
Salire al rifugio non è facile ed il cardio mi aiuta a non correre troppo, sorpasso diversi atleti il che mi consola sul fatto che nonostante tutto il passo è buono.
Faccio una breve pausa al ristoro e riparto x la seconda parte della salita quando alle mie spalle riconosco alcune voci sentite in precedenza, mi giro e vedo il canarino giallo lì a 10 mt da me che parlava con l'adulto senza un minimo di fiatone nonostante la durezza dell’ascesa.
Qualcuno chiede l'età gli viene risposto che ha 10 anni ma la bimba puntualizza che lei ne ha solo 9 e 1/2!.
In quel tratto il sentiero è davvero molto stretto ed i sorpassi impossibili, si forma un trenino dietro un runner in netta crisi che procede lentamente, appena finisce con la vetta a soli 10min chi ne ha ancora opta per tagliare i tornanti, io sono tra loro ma il passo nn regge il confronto con il trio che sale manco fossero partiti da lì.
Raggiungo la forcella e mi butto in discesa, al ristoro approfitto x dare uno sguardo al serpentone che sale lungo la seconda salita, quei bambini sono già a metà ed io devo ancora finire il bicchiere di tè!
Alla fine chiudo in 4h, a 2 ore dal vincitore e 30min da una bimba su cui non avrei scommesso 5£ per il suo arrivo al traguardo.
Stefano Cantoni
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