Super ultramaratoneta ELVIS SECCO ci ha mandato questo suo racconto della 100km di Asolo corsa sabato 16 luglio insieme al CESCO e a LUCA GIURIATO...
La vera essenza
dell’ultramaratona la trovi sicuramente nell’Asolo100, perfetta in ogni suo
aspetto: organizzazione impeccabile, come sempre, percorso duro, vario, ma
assolutamente spettacolare con panorami da mozzafiato.
A tutto ciò aggiungici la
giornata meteorologicamente perfetta, limpida, calda, ma respirabile, e dei
compagni di viaggio inimitabili ed il gioco è fatto, il successo è assicurato.
Era la mia seconda volta ad Asolo
e come da consolidata abitudine mi porto in quel di Caselle con un buon anticipo
rispetto alla partenza che verrà data alle 14.00 dal borghetto che dista circa
5 km.Quest’anno, ancor più dello scorso, mi sento già a casa mia: il tempo di
arrivare, ritirare pettorale e sbrigare le ultime formalità e squilla il
telefono: “ Dai classe traversa el stradon del cimitero, semo qua all’ombria
che te spetemo!” Inconfondibile e puntuale il Cesco mi ricorda che un bel
viaggio non può essere tale senza un bel, ma soprattutto buon briefing: seguo
le indicazioni e mi attendono sotto una specie di pineta Lui, con genitori al
seguito e la Valeruz!Tutto attorno riso e pasta fredda, melone, tramezzini,
dolcetti, bibite varie e anche prosecco…la corsa è già iniziata!!A noi si
aggrega poco dopo il mitico BUDU, forza della natura pazzesca e Luca Giuriato, che personalmente non
conoscevo, ma che si presenta subito come un “ultra de noialtri”.Alla grande
esclamo!!non pensando per un momento alle salitine che ci aspetteranno,al
famoso muro della “cavara” che l’anno scorso non c’era.
Pronti partenza e via non prima
di salutare e toccare con mano personaggi mitologici come Ivan Cudin, e di
sentire le scherzose battute del Cesco verso Nicola Zuccarello “Dai Zucca se quest’anno te te aggreghi a sta bela
compagnia forse te finisi finalmente la sento de Asolo, sennò vorrà dir che te
entrerà nel guinnes dei primati come quel che se a sempre ritirà al
cinquantesimo!!” Crasse risate sotto un sole cocente e si parte e si scende per
qualche chiometro ; andatura tranquilla, sole caldo ma sopportabile e che il
viaggio abbia inizio!!I ristori sono già precisi e ben forniti di ogni ben di
Dio già dall’inizio, dove ci attende con precisione svizzera anche l’ammiraglia Cesco family .Già dai
primi km oramai ci identificano come i 4 del Cesco e il ricordo mi va subito a
3 mesi prima quando durante il lungo percorso
dell’UltraMilanoSanremo grandi campioni riconoscevano la mia
provenienza dalla maglia arancio che indossavo dicendomi:”ma sei della Squadra
del CESCONETTO, salutamelo mi raccomando!”.
Ormai la prima asperità è alle
porte e si chiama Mostaccin…sento che le gambe sono parecchio due mentre Cesco
fa da apripista a Budu che leggero come al solito sembra non percepire alcun
tipo di fatica e a Luca anche lui che avanza senza problemi a passo regolare.Mi
stacco di qualche decina di metri ricompattandomi al ristoro del 15mo dove la
Valeruz inizia ad immortalare la nostra giornata spettacolare.Si rifiata in
discesa e nel pezzo che porta ai Castelli un tale… di nome Lucio Fregona ci
scorta in bici per qualche chilometro scambiando con noi qualche battuta.
Intanto so che Luca è un
gommista, patisce il freddo, ha fatto molte gare in montagna ed è di una
simpatia disarmante, nonostante un tono di voce quasi timido; Budu mi racconta
dei suoi prossimi obiettivi, lavoro, imprese, corse con la stessa semplicità
con la quale accarezza il terreno coi piedi. Il Cesco è il maestro
dell’orchestra come al solito, preso a salutare concorrenti provenienti da ogni
parte di Italia e tifosi a lato strada, scandisce i tempi, sapendo che sarà ancora
una volta lui a portarci al traguardo. Parlando col BUDU conveniamo nel dire e
pensare che il Cesco, se volesse, potrebbe lasciarci lì sui nostri piedi e
puntare ancora in alto come qualche tempo fa, la classe, il fisico e la testa
non gi mancano, ma probabilmente la sua grandezza è anche questa sua nuova
visione della corsa…più per gli altri che per sé.
Un po’ di urbano…passaggi
stupendi a ridosso di bellezze architettoniche del Canova e pian piano si
arriva nei pressi della prima salita “leggera” dice il BUDU che porterà al
“muro” della Cavara.Anche stavolta il mio passo è più macchinoso e pesante
degli altri che avanzano precisi e compatti ; mi stacco un pochino mantenendo
la mia andatura e al ristoro di metà cavara ritrovo gli amici del viaggio, Da qui
..si sale assieme…al passo dicono.Non serve chieder il perché…basta alzare lo
sguardo e vedere queste pendenze al 18-20% che ci accompagneranno fino al 40mo
km, sotto la voce del caratteristico omino col megafono che per spronare i
concorrenti incita a modo suo..strappandoti dei sorrisi impensabili anche in
quelle condizioni…”Ehi guardate laggiù c’è anche quel pensionato( rif. Cesco)
che qualche anno fa ha vinto la salita della Cavara…oppure” se avete dignità
verso gli organizzatori ritiratevi, ma non fatevi vedere, andate nel bosco”!!
Con noi si aggrega anche il Zucca
che recepito il messaggio del Cesco si affida a lui per finire finalmente la
100, tra simpatiche battute e scommesse buttate la con al solita grande ironia.
Eccoci qua la salita della cavara
è vinta…e subito ci aspetta il ristoro prima di salire a Cima Grappa; le
temperature, dopo 5 ore di gara e con l’altitudine sono cambiate; Luca inizia a
Sfregarsi le mani dal freddo, Budu lamenta un leggero fastidio ad un piede, ma
si va, si sale e si attraversa una zona mista, verde, tempestata di malghe e
pascoli prima di raggiungere un sentiero roccioso che si inerpica per u paio di
km fino al Monte Sacro. Pieno tramonto e panorami spettacolari tutt’attorno e
all’orizzonte nitido( Prealpi, laguna, colline)fanno da contorno al giro di boa
poco prima delle 6 ore. Cesco guarda il Zucca prima di tagliare il mezzo traguardo
e con la solita ironia dice ai presenti”quest’anno el Zucca la finisse la
sento, a costo de portarlo ad Asolo a forsa de scarpade sul de drio…”.
Cambio maglia e piatto caldo e si
riparte; Budu però sente che quel leggero male al piede è sempre più un dolore
insopportabile al piede; prova a scendere ma poi si arrende all’evidenza che
qualcosa lì non va e zoppicando ci saluta e monta nel’ammiraglia, seguendoci in
auto. Anche Luca lamenta qualche disturbo ai piedi, non è convinto di scendere,
ma alla fine si butta e giù per la quindicina di tornanti che ci riporterà alle
quote iniziali e temperature iniziali.
Discesone di 27 km, durante i quali
il Zucca, mantenendo fede alla tradizione, in un tornante appoggia male un
piede riuscendo a procurarsi una leggera scavigliata e termina lì il suo
tentativo di 100.
La discesa è tosta e lunga e
affrontata da soli sarebbe stata veramente pesante; con Cesco e Luca è
tutt’altra cosa. Recuperiamo corridori ormai esausti che probabilmente hanno
schiacciato troppo nella prima parte e arriviamo al 70mo dove ci attende la
Valeruz in versione runner che ci scorterà e tirerà la volata fino all’arrivo.
Rispetto a qualche ora prima le mie gambe viaggiano meglio, sembra che più il
tempo passa più mi senta meglio e a buon andatura, tra un paesetto e un
altro,tra una sagra e l’altra, su e giù
per le colline asolane arriviamo a mani alzate in perfetta sintonia al
traguardo. Si Legge l’emozione e la gioia sul nostro viso nonostante la fatica
di quasi 12 ore di viaggio; poche parole ma un grande abbraccio e sguardi
intensi danno l’idea che ancora una volta un’altra bella pagina di storia, di
amicizia e di valori sia stata scritta.