RACCONTI BY...MICHELE RIVABEN E VALERIA ULIAN
MICHELE RIVABEN
L’avventura è iniziata ancora quest’inverno quando Alberto mi ha proposto di fare questa storica corsa a cui avevo già partecipato. All’inizio ero un po’ scettico ma poi mi ha convinto.La mia ultima.. diciamo gara.. è stata la maratona di Treviso perciò ero un po’ a digiuno di veri eventi domenicali ma nel frattempo ho continuato a correre in settimana.. e un po’ di scialpinismo , un pò di bici e di trekking mi hanno aiutato a non perdere troppo la forma; poi nell’ultimo mese ho intensificato, abbiamo fatto alcuni allenamenti specifici insieme che si sono rivelati davvero belli e divertenti e ci hanno regalato anche un po’ di avventura, panorami e nuovi sentieri e posti da scoprire delle ns super Prealpi; e tra salite, frontali, scivolate, rumori strani, lepri, lucciole sempre più veloce si è avvicinata la mitica trans.Domenica mattina: subito qualche problema di sveglia, arrivo da Alberto in ritardo e poi di corsa a Vittorio dove ci aspetta Danilo con cui condividiamo il viaggio.Arriviamo ad Agordo tutto sommato in buon orario, prendiamo il pettorale e via verso Listolade dove c’è ancora poca gente e dove troviamo persino un buon posto per la macchina; wow; scendo e “zac” subito l’aria fresca di montagna mi gioca uno scherzetto e mi dirigo così verso il bar del paese ;-). Poi preparativi, riscaldamento e sparo che vediamo da vicino e via! Partiti, l’emozione è fortissima ed è una cosa davvero originale e particolare condividerla con un amico; è in questi attimi che mi rendo davvero conto che si corre insieme, prima qualcosa di questo pareva sempre sfuggire ma ora lo percepisco bene. Tutto sembra tranquillo, quando in prossimità della capanna Trieste mi accorgo che qualcosa non và ..Qualcosa? direi molto o tutto! Il respiro si fa affannoso e le gambe sono scariche, proprio scariche , incredibile ma che succede…siamo appena partiti!! No no una delle mie crisi. Ahimè conosco bene il percorso per esserci stato molte volte a camminare e so cosa mi aspetta. Vorrei non saperlo, i posti che sono stupendi mi appaiono ora sotto aspetti che vanno dall’orco all’orso cattivo e le mini rampe sembrano di lunghezza astronomica. Alberto mi dà una grossa mano stando davanti a me qualche metro per darmi degli input, mi dice di stare tranquillo ma nella mia mente vedo orchi dovunque. Non posso mollare, anche il mal di fegato, bene ora mi manca solo la milza!... ed eccola qua sui falsopiani da correre ma avanti lo stesso. Corro, avanzo, cammino sul mio limite cercando di pensare a mini obiettivi. I tornanti del Vazzoler sembrano infiniti, il tetto del Tissi appare come un miraggio, la forcella col Negro un incubo lontano, gli strappi ripidi di sentiero mi sembrano l’inferno e più volte ho la tentazione di fermarmi, ma guardo avanti, vedo Alberto e non posso! Ai ristori non riesco a mangiare: credo vomiterei e quindi bevo soltanto. Solo le discese ripide del Tissi e del Coldai stranamente mi danno un mini sollievo dove provo a sfruttare il peso...la mia mente offuscata fa strani e lenti ragionamenti, chiamiamoli così: mi chiedo più volte se sto proprio male e intanto avanzo;...vedo cose, tante cose,...sassi, tanti sassi di fronte a me e sotto di me, persone contente, felici, in crisi, crampi, le giacche rosse del soccorso alpino, gente che guarda, che cammina, nebbia, mi sembra bellissima, la mia mente annebbiata è in perfetta sintonia! Un fotografo che mi chiede un sorriso (mi sarà costato almeno trenta battiti) :-) Alberto che si gira per dirmi qualcosa e cade per fortuna senza conseguenze... anche l’ultima stradina è durissima e poi finalmente un'ultima curva e appare il traguardo: non ci credo!!... E tutto diventa bello ( lo è per davvero), applausi, prati, sole. Gli ultimi metri e quelli subito dopo sono davvero speciali. Siamo arrivati e siamo contenti. E tutto si placa. Ora c’è calma, un po’ di rammarico per la sofferenza patita che presto svanisce e poi solo soddisfazione. Che altro dire? Che è uscito il sole, che ci siamo rilassati, abbiamo mangiato, oziato,..ecc.ecc.
E’ un’esperienza che merita per tanti motivi; un grazie al mio grande compagno di avventura Alberto per aver condiviso questa corsa e per avermi aiutato.
Un salutone a tutti. MICHELE
VALERIA ULIAN
Le emozioni non hanno prezzoper tutto il resto c’é mastercard! Questa é la frase che scelgo per raccontarvi in breve la mia Transcivetta. La mia gara é iniziata un anno fa quando, dopo 23 km e mezzo di emozioni indescrivibili, ho tagliato il traguardo per la prima volta ad Alleghe. Da allora ho sognato di arrivare all’appuntamento di quest’anno nelle mie migliori condizioni perché non so bene cosa, forse per onorarlo al meglio o forse nel tentativo di amplificare quell’incredibile stato di generale benessere che provo mentre corro libera nelle natura ed in particolare in montagna. E invece così non è stato.Un grosso problema alla caviglia sinistra mi ha impedito da subito di correre e successivamente anche di allenarmi in modo alternativo. E iniziato per me un calvario fatto di fisioterapisti (per fortuna i migliori!) con manipolazioni e trattamenti dolorosissimi che spesso mi hanno dato l’illusione di poter riprendere a correre. Quante volte ho provato con la speranza di non sentire più male, tante davvero!Da questa situazione ciò che é uscito più mal concio è stato senza dubbio il mio morale. Chi o cosa mi ha dato la forza di non arrendermi sono state tutte le persone che da allora ho incontrato e consapevolmente o no, mi hanno fatto crescere, mi hanno dato quella spinta che mi ha portato a non mollare mai, anche quando sembrava la cosa più logica da farsi, e quindi compiere questo mio piccolo miracolo di cui vi voglio raccontare. Domenica mi sono presentata alla partenza quale capitano della squadra di un certo Danilo De Conti (non so se lo conoscete!) finalmente al fianco di tutti i miei compagni di squadra che in quest’anno tanto mi hanno emozionata e commosso con le loro imprese dandomi la voglia di provarci ancora e di crederci. Della vera e propria gara le uniche cose che voglio farvi sapere sono di quanto il mio Angelo custode Danilo sia riuscito con la sua presenza a non farmi sentire mai sola nell’affrontare la FATICA del percorso come, del resto, ha sempre fatto in questi difficili mesi, Luciano, il nostro Presidentone che, come un fratello maggiore preoccupato ed impaziente, mi ha aspettata ad un paio di chilometri dal traguardo perché se sono qua a raccontarla é anche merito suo, di mio papà che anche se non mi dice niente so che é in pena per me quando soffro e certe emozioni che provo riesce a capirle e di mia sorella Ilaria e di Matteo che hanno voluto condividere con me questa mia piccola grande vittoria aspettandomi per tagliare il traguardo assieme incitandomi come uno fa con la propria squadra del cuore.Le emozioni non hanno prezzo per tutto il resto c’é mastercard! Forse adesso vi é tutto più chiaro.
1 commento:
E si.... che raza de zornada! Adesso ho capito un po' meglio cosa vuol dire non mollare mai.
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