Quattro giorni di vacanza a Ferragosto, voglia di passarli
in montagna a percorrere assieme sentieri
sconosciuti, veniamo a conoscenza di un ultra-Trail con partenza libera
che si snoda tra il Carso, il Comelico ed Auronzo, e allora...Why not?
Il Percorso dovrebbe essere in parte segnato, ma per non
rischiare sorprese Silvia pensa a studiare per bene le cartine Tabacco che ci
accompagneranno nella nostra avventura, mentre io, l'uomo tecnologico, carico
la traccia sul mio nuovo giocattolo Garmin.
Dovremmo passar tre notti in rifugio e per poter coprire più di 40km ed oltre 2000m D+ al giorno è fondamentale ridurre lo zaino al minimo indispensabile,
non riusciamo comunque nonostante gli sforzi a scendere sotto i 3,5 kg, naturalmente
senz'acqua, che vorrà dire un altro kiletto in più.
Partiamo da casa il giorno di Ferragosto molto presto
(esodo intelligente) e ci dirigiamo ad Auronzo di Cadore per ritirare il nostro
back-pack, che consiste oltre ad alcuni gadgets, in una collanina che andrà composta con 7 perle che troveremo nei vari checkpoint
lungo il percorso.
Riusciamo a partire verso le 7:30 dall'Agriturismo ai Lares
poco prima del passo S.Antonio, fiduciosi di ritrovarlo alla fine del nostro
viaggio di 160km e quasi 8000m D+.
La prima tappa, sulla carta, pur essendo la più lunga è anche la più corribile, si snoda dal Comelico passando per il
bellissimo paese di Danta, scendendo a Santo Stefano di Cadore, risalendo al
Passo Digola per arrivare al nostro primo checkpoint di Sappada, dove infiliamo
la prima perla e ci rifocilliamo. Si prosegue quindi per Casera Tuglia, Forni
Avoltri, Collina, Staipo da Canobio, dove inizia una bella salitona che ci
porterà al Rifugio Lambertenghi. In
tutto oltre 11 ore per coprire 55km e 2600D+, una bella impresa, soprattutto
per Silvia che dopo oltre un anno di fermo-corsa si sciroppa il suo personal-
long-trail.
La stanchezza si fa sentire in modi diversi, Silvia fa
fatica a nutrirsi mentre io approfitto facendo una cena quasi doppia con due
birre medie e grappa finale, naturalmente.
La seconda tappa, almeno sulla carta dovrebbe essere la più facile, circa 43km e 2000D+, ma, causa il terreno e forse
la stanchezza accumulata il giorno prima, si rivelerà la più dura. Siamo al confine con
l'Austria e i paesaggi che incontriamo sono veramente da sogno. Il percorso si
snoda sulla cosiddetta "Traversata Carnica" fino al rifugio Calvi
(altro checkpoint con perla) , da questo scendiamo alla sorgente del Piave per
poi raggiungere la Val Visdende e percorrere la strada delle Malghe, fino al
nostro punto di arrivo, checkpoint e soprattutto...cena!!! La Malga Dignas si
rivela un vero paradiso, siamo accolti dal sorridente Giovanni che, assieme
alla sua famiglia, letteralmente ci coccola, la cena è strepitosa e questa volta anche Silvia la fa completa,
anche di grappa finale, che qui risulta particolarmente abbondante, una serata
veramente da ricordare ed un posto dove ritornare.
Affrontiamo la terza tappa con nuovo spirito, ed i primi km
volano velocemente, qualche difficoltà di orientamento l'abbiamo in
prossimità della forcella Zovo, il gps
indica un percorso mentre la cartina un'altro, ci fidiamo di quest'ultima e
scopriremo in seguito di aver allungato la strada con l'aggiunta di un po' di
dislivello, che non fa mai male.
L'arrivo al Monte Zovo è
benedetto da un totem contenente l'ennesima perla da raccogliere, procediamo
quindi per il prossimo checkpoint della Malga Rinfreddo. Ci arriviamo dopo
un'estenuante salita e prima l'incontro a Casammazagno con Michele
l'organizzatore di questo singolare evento, che dal terrazzo di casa sua ci
riconosce e si presenta, descrivendoci il prossimo percorso.
Come dicevo arriviamo alla Malga Rinfreddo verso le 16:30,
stanchi, ma accolti dal sorriso e dai biscotti della mitica Olga, siamo quasi
dispiaciuti di lasciarla dopo una buona mezz'oretta e una ottima Radler, ma il
Rifugio Nemes e la salita al Berti ci aspettano ed ormai fa buio presto.
Dal Passo Monte Croce Comelico per arrivare alla nostra
fine tappa ci sono pochi km ma quasi 700m di dislivello, si fanno sentire tutti
nell'ultimo pezzo che in parte è su cengia esposta ed in parte
su canalone attrezzato. Taci che avevamo avvisato il gestore Bruno del nostro
arrivo verso le 20, la cuoca ci aspetta anche dopo la doccia e siamo
naturalmente gli ultimi a cenare.
Abbiamo le brande vicino alle finestre e l'alba sul Popera
ci sveglia delicatamente, regalandoci il preludio alla nostra ultima giornata
di avventura.
Ce la prendiamo con calma, quasi a volerci gustare questi
ultimi km e a ritardare il rientro alla normalità
della vita quotidiana.
Riusciamo anche a perderci e naturalmente a fare un po' di
km e dislivello in più, grazie alle piste da sci di
Padola che hanno cancellato un sentiero, ma ormai l'arrivo è vicino, un bacio ed un
abbraccio è il premio più bello che ci concediamo, ma anche la birra offerta da
Luigi dell'agriturismo Dignas non ci da fastidio.
Raccogliamo l'ultima perla ed andiamo ad Auronzo dove
ritiriamo il nostro meritato trofeo finisher Silver della Dolomiti Trail, una
bella soddisfazione!
In questi tre giorni ci siamo riempiti gli occhi ed il
cuore di bellezza ed emozioni e ci hanno accompagnato lungo il percorso
l'accoglienza ed il sorriso di tante nuove persone conosciute, un grazie speciale
va a tutte loro, sperando di incontrarle nuovamente.
Silvia e Lele+
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