2.8.08

RACCONTI DELLA TRANSCIVETTA 7

Racconto della Transcivetta
BY DARIO ZANIN-ROBERTO GUIDO

DARIO ZANIN
La mia transcivetta inizia sabato sera, prima salita quando alle nove e mezza,con ben mezz'ora di ritardo, arriva Adelchi che mi dice: "sali su in macchinache dobbiamo portare dei petti di pollo al Ristorante "qua se magna ben" il miocervello calcolo in un attimo che le mie probabilità di sonno erano di un colposolo scese a poco più di 4-5 ore.L'amico Fabio Ceol ci ospitò non tanto distante da Alleghe, ed é con lui con cisiamo spostati verso la partenza. Dopo alcuni scherzi con il vice top runner con il suo pettorale n.2, abbiamoiniziato a salire senza fermarsi un attimo.La nostra prima vittima é Alberto Zanin, poi lanciato da Luca in avantiper preparare il terreno e riuscì a riprendere anche Vanio, che sembrava ingiornata; La copia dell'anno scorso si era riformata naturalmente e viaggiavaalla grande ! Però il passato é passato e dopo aver salutato Vanio mi fermo ad aspettare ilmio partner per aiutarlo moralmente nelle salite più difficili. Luca é statograndissimo, lo vedevo in difficoltà , ma era sempre li, a poche decine dimetri, ed al Tissi arriva poco dopo di me; Dopo un pò di stratching, mi disse che era ok ed allora io li disse: "passa davanti per la discesa". Neanche il tempo di finire ed era già 100 metri più¹ in basso! Li, ho capito che potevamo andare sotto le 3 ore.Devo dire che ho trovato un tipo pazzo come me in discesa e negli ultimi km, siamo stati in simbiosi totale, ci buttavamo in mezzo ai sassi come se ci fosse stato dietro di noi “Visco” che ci chiedeva di pagare le tasse!L'arrivo é bello, bellissimo, mi dispiace per Vanio che abbiamo sorpassatonell'ultimo km, ha vissuto quello che ho vissuto io l'anno scorso, facendo io untempo di 3 ore e 2min, quando avevo aspettato Vanio almeno 10’ al Tissi. Gli ultimi ricordi di questa gara sono la doccia ghiacciata e l'arrivo moltoemozionante di Valeria, vi garantisco che mi ha commosso il suo crollo dopol'arrivo e la sua incredibile volontà ; Ne avessi io soltanto la metà
Buone ferie a tutti !!
Dario

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ROBERTO GUIDO
Pettorale 121 in coppia con Adelchi… e penso il mio compagno è un personaggio importante se i suoi genitori hanno deciso di mettergli il nome del principe Longobardo figlio di Re Desiderio, dev’essere per forza un grande… e devo a lui, veterano, un ringraziamento particolare per questa bella esperienza vissuta insieme.
Mi sono iscritto tempo fa, ma solo pronunciare “Transcivetta” mi dava da pensare…la montagna per me, abituato agli abissi, è una sconosciuta della quale avere anche un po’ timore mah…tempo per valutare e digerire questa scelta ce n’era e non me ne sono preoccupato prima del tempo…una scelta presa anche un po’ per scherzo.
Sabato nel primo pomeriggio Manu e io arriviamo ad Alleghe e troviamo subito Luciano,che ci saluta con il suo bel sorriso rassicurante, Ilaria, Valeria e Matteo. Dopo le solite formalità, giro del paese e giro del lago, io sono a testa in su per scrutare quel “Civetta” che mi guarda e sembra dirmi: “Domani vedrai di cosa sono capace!” Decidiamo di farci uno strudel di mele con un bel caffè e poi ci sdraiamo al sole sulla panchina fronte lago e ci godiamo la meravigliosa giornata. La sera ci si ritrova tutti insieme all’arrivo per mangiare allo “Scoiattolo”… con Andrea decidiamo di perlustrare la zona arrivo… ci guardiamo… silenzio… ognuno con i suoi pensieri. Anche per Andrea come per me è la prima volta e i dubbi ci sono… ma restano dentro.
Cena, giro del paese per smaltire un po’ la succulenta cena…poi nanna…. Sveglia alle 6,45. Scendo per la colazione… si cerca di sdrammatizzare con qualche battuta, ma ognuno di noi ha i suoi pensieri… poi ci si avvia in piazza ad attendere l’autobus…. Attesa che un po’ snerva… vedo il baffo Stefano, che con questa occasione ho avuto modo di conoscere meglio, un po’ agitato e mi chiedo… lui è uno abituato… cerco di non pensarci, guardo Manu che mi scruta nella speranza di vedere il solito Roby calmo e tranquillo: non so se ci sono riuscito a rassicurarla… la bacio…salgo in autobus…si parte!
La strada che ci separa dalla zona della partenza sembra interminabile, ma ecco che finalmente dopo la galleria compaiono le prime sagome degli atleti che si raggruppano e si incamminano lungo il sentiero. Si scende e già si respira un’aria pregna di tensione e di sguardi che sembrano interrogare e cercare la risposta che si troverà solo dentro se stessi a coronare la preparazione a cui ci siamo dedicati. Cerco il mio compagno Adelchi ma non lo vedo e dopo le rituali foto di gruppo mi incammino verso la zona di punzonatura dove Adelchi mi attendeva. Eseguiamo la punzonatura e siamo pronti ad iniziare l’avventura portandoci vicino a Fabio e Daniele. Alle nove viene dato il via ed un fiume variopinto di atleti si inerpica lungo il sentiero che inaugura la corsa; interrogo Adelchi sullo sviluppo del percorso e ascolto le sue indicazioni: qui possiamo correre, ecco adesso rallentiamo per recuperare perché poi…. e ancora via carichi di entusiasmo.
La salita è dura ed io sto provando ad aiutarmi con i bastoncini, vedo che funziona, si va su insieme e, quando il fiato lo consente, ci si scambia le impressioni del momento e si dialoga un po’ di questo ed un po’ di quello tanto per allontanare la fatica ed il pensiero al dopo. Dopo il rifugio Vazzoler, lungo un tratto nel sottobosco veniamo raggiunti dalla coppia Matteo ed Ilaria molto concentrati e determinati. Ci accodiamo a loro e cerchiamo di mantenere la compagnia unita: quattro Mercuryus sono meglio di due. Ed ora via di corsa verso il Tissi che, visto dalla discesa che stiamo attraversando sembra solo un punto sopra la cresta della montagna: “ Ed io dovrei arrivare fin lassù?”. Questo pensiero, in quel momento simile a quello di molti altri, mi scoraggia e mi abbatte moralmente ma, ormai siamo in ballo e balliamo, quindi su attraverso un sentiero piuttosto ripido e stretto. Mi volto per avere la conferma del mio compagno che sia tutto a posto e vedo un Matteo che scalpita ed incita la “processione” a muoversi, quindi lo vedo spostarsi a zig zag sfruttando gli spazi del terreno. Siamo arrivati in cima e vedo il rifugio avvolto in una nebbia quasi fiabesca, ancora pochi passi, scusate salti, ed ho in mano un panino al salame ed un bicchiere d’acqua, ne avevo proprio bisogno. Adelchi mangia qualcosa frettolosamente, si disseta, e poi mi dice:” io riparto e vado avanti piano poi mi raggiungi”. Alla faccia del piano, da lontano mi sembra di vedere un capriolo da come affronta la discesa ed in poco tempo lo perdo di vista. Con me rimangono sia Matteo che Ilaria ed insieme scendiamo. Riesco a raggiungere il mio compagno solo dopo un po’ lungo la salita pietrosa che funge da palco per una moltitudine di persone in attesa di vedere qualche parente od amico oppure per testimoniare all’evento che si sta svolgendo.
Mi metto in posa per la foto e via in compagnia verso il rifugio Coldai. Il tratto che sto attraversando mi piace ed osservo curioso il panorama per me nuovo ed insolito e, quando arrivo in prossimità del laghetto, vengo distratto dalle grida di incitamento di una coppia di amici con il figlioletto, nonché colleghi di lavoro e podisti consolidati, che mi ricaricano. Una piacevole e gradita sorpresa. Adesso arriviamo insieme al Coldai ea approfittiamo del ristoro. Dissetato, Adelchi mi dice che preferisce ripartire piano ed andare avanti. Col cavolo che lo lascio andare via solo, “altrimenti non lo prendo più” penso io, ed infatti comincia a guadagnare terreno sulla discesa che affronto inizialmente in modo prudente ma che via via comincia ad essermi sempre più docile. Guadagno terreno e raggiungo Adelchi superando in un attimo di follia suicida Andrea e Fabio che si stupiscono della mia pazzia.
Ormai manca poco ed incrocio lungo il percorso la Nicoletta che ci immortala verso la fine del nostro gesto atletico; vediamo ora sul fondovalle anche la struttura che ci accoglierà all’arrivo e questo ci sprona a stringere i denti ed a spingere le gambe verso il traguardo .
Siamo vicini, lo vediamo lì poco distante, però vediamo anche una figura familiare che corre verso di noi, e chi poteva essere? Il presidente non pago della fatica, anzi sorridente che risale il percorso.
Finalmente in fondo, scorgo lo striscione con la civetta gigante dell’arrivo, mi sento bene, e sono molto contento della mia prestazione e con il mio compagno alzo le braccia dimostrando alla folla assiepata all’arrivo, tutta la mia felicità e la soddisfazione che provo (io sono molto restìo nel dimostrare le emozioni… Manu lo sa bene!). Mi giro guardo Adelchi e vedo che anche lui è soddisfatto, e subito mi raggiungono le grida scomposte della mia fan numero “1” e corro subito a baciarla… lei mi guarda, capisce che sto bene e che sono tutto intero, e il suo viso si distende.
Un ringraziamento a tutte le persone che mi hanno seguito ed incoraggiato, a Massimo e Barbara che hanno approfittato della giornata anche per fare una bella gita in montagna, al gruppo Mercuryus che è sempre molto affiatato, e questo è molto importante, ed alla mia fan n° 1 la Manu che ha la pazienza di seguirmi ed aspettarmi nelle mie scorribande.
Ciao Roberto Guido

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